Anche Maniace tra “le indagate”. Maletto (oltre 200 interventi nel 2008) in piena regola
AD ANTILLO, paesino di 1.300 abitanti arroccato sui Nebrodi, lavorare come soccorritori barellieri del 118 è un pò come fare un’eterna vacanza. Il telefono d’altronde squilla in media due volte al mese. In un anno al massimo si fanno trenta interventi, e nel 2008 sono stati addirittura 23. I 12 soccorritori, che si alternano in tre turni per garantire il servizio d’emergenza 24 ore su 24, sono dovuti uscire dal garage ben tre volte a gennaio e febbraio, una a marzo, e due volte ad aprile, maggio e giugno. Luglio, poi, è stato il mese più faticoso dell’anno: l’ambulanza ha dovuto fare 9 interventi, più di due a settimana. Per fortuna dopo le emergenze sono calate ad agosto. Costo totale per la Regione? Considerando che per mantenere attiva una postazione del 118 il costo è praticamente lo stesso, che si tratti di Antillo o di quella dell’ospedale Civico che fa 3 mila interventi all’anno, il conto fa oltre 500 mila euro: soldi spesi per pagare gli stipendi ai 12 soccorritori e mantenere sempre efficiente l’ambulanza. La vicenda di Antillo è solo uno dei paradossi del 118. Quella del paesino dei Nebrodi è una delle 52 postazioni attive nell’Isola e gestite dalla Sise (la società della Croce rossa italiana che ha in convenzione il servizio d’emergenza, presieduta da Guglielmo Stagno d’Alcontres) che nel 2008 hanno fatto in media meno di 160 interventi: cioè hanno lavorato un giorno sì e un giorno no a spese della Regione, che ogni anno per il servizio d’emergenza paga 177 milioni di euro, tra convenzione con la Sise (97,5 milioni di euro), medici e infermieri di bordo (54,7 milioni), elisoccorso (22 milioni) e telefonia (3,6 milioni di euro). Tra le 256 ambulanze dislocate nell’Isola, che complessivamente hanno fatto 209 mila interventi nel 2008, ci sono postazioni che in un anno hanno fatto oltre tre mila soccorsi, e altre invece che non hanno superato i 160 interventi. Dopo Antillo, la postazione che ha lavorato meno è quella di Santa Domenica Vittoria, altro paesino del parco dei Nebrodi, che registra appena 30 interventi: uno ogni dieci giorni. Segue, nella classifica delle ambulanze che hanno lavorato meno, la postazione di Floresta, con 33 soccorsi al sua attivo. Anche nel palermitano non mancano le postazioni di 118 che in un anno hanno fatto pochissimi interventi: da San Mauro Castelverde (45 soccorsi) a Palazzo Adriano (46), passando per Castellana Sicula (53), Geraci Siculo (61) e Giuliana (67). Nell’Isola, postazioni che praticamente non hanno lavorato sono anche quelle di Erice nel trapanese (appena 60 interventi), e di Buccheri (79) o Buscemi (69) nel siracusano. Spulciando il report della Sise sugli interventi fatti nel 2008 (ad esclusione del mese di dicembre) colpisce comunque il caso di Contessa Entellina, postazione che nei primi quattro mesi dello scorso anno aveva fatto solo 5 interventi, e che quindi è stata chiusa per manifesto disavanzo tra costi ed efficienza. In generale le ambulanze che hanno fatto meno di 160 interventi nel 2008 sono quelle di Butera, Resuttano, Villalba (in provincia di Caltanissetta), Canicattì (Agrigento), Catenanuova, Centuripe, Cerami (Enna), Maniace, Mazzarrone, Militello, Raddusa, San Cono (Catania), Monterosso Almo (Ragusa), Capizzi, Cesare, Fiumedinisi, Longi, Mistretta, Montalbano Elicona, Novara di Sicilia (Messina), e infine quelle di Bompietro, Caltanuturo, Camporeale, Finale di Pollina, Marineo, Montemaggiore Belsito, Roccapalumba e Vicari (Palermo). Tutte postazioni con un numero d’interventi molto inferiore ad altre ambulanze del 118: come quelle del Civico di Palermo (6.300 interventi), di Villabale (1.800), o di Catania Est (3.299) e Ragusa ( 1.315), solo per citarne alcune. Ma perché la Sise mantiene attive postazioni così inoperose? Perché non tiene conto che accanto ad Antillo ci sono già due ambulanze nei paese limitrofi di Castroreale e FrancavUla di Sicilia (che insieme fanno oltre 600 soccorsi), o che accanto a Santa Domenica Vittoria ci sono le postazioni di Floresta, Montalbano Elicona e Randazzo? Perché non considera i casi estremi di Erice (con l’ospedale di Trapani a pochi chilometri), o di Buscemi e Buccheri, due paesini sui monti Iblei che distano appena 5 chilometri ma che hanno attive due postazioni differenti del 118? La risposta della Sise è laconica: «L’elenco delle postazioni è stabilito dall’assessorato regionale alla Sanità». Assessorato che aveva annunciato, già con Roberto Lagalla, il taglio di almeno 30 ambulanze e una riorganizzazione delle postazioni: entrambi rimasti sulla carta. Anzi, la convenzione con la Sise, in scadenza dal 31 dicembre 2007, è andata avanti di rinnovo in rinnovo. Adesso è stata prolungata fino a giugno 2009, così le postazioni inutili continueranno a rimanere attive almeno fino all’estate.
Fonte “La Repubblica” ed. di Palermo del 13-01-2009