Un maestoso esemplare di Grifone dei Nebrodi (Gyps fulvus), è rimasto folgorato su un traliccio dell’alta tensione (20.000 volt), nei pressi di Cesarò, in provincia di Messina. La triste scoperta è stata fatta da una pattuglia del Corpo Forestale di Cesarò che ha subito dato l’allarme. Purtroppo, per l’animale non c’era più nulla da fare, se non constatarne il decesso. Il Grifone è stato recuperato e il corpo è stato inviato presso l’università di Palermo per gli accertamenti necroscopici di rito. Sui monti Nebrodi e precisamente sulle Rocche del Crasto, in passato viveva l’ultima popolazione della Sicilia del Grifone, che si estinse negli anni 60, a causa di una campagna di bocconi avvelenati. Dal 2000 un progetto ha reintrodotto con successo questo grande avvoltoio dall’apertura alare di circa 3 metri, che è tornato a nidificare negli antichi siti rocciosi che sovrastano l’abitato di Alcara li Fusi, in provincia di Messina, all’interno del Parco Regionale dei Nebrodi. La popolazione di Grifoni, composta da circa 50 individui, è per adesso l’unica della Sicilia. Il Grifone è una specie coloniale, si nutre esclusivamente di animali morti trovati in campagna, è riconoscibile dai caratteristico volo planato e dal collarino di piume bianco negli adulti e fulvo nei giovani. Nidifica tra gennaio e febbraio, deponendo un solo uovo, covato da entrambi i genitori, che schiude dopo circa 50 giorni e il nuovo nato diviene autonomo dopo circa tre mesi.