I contratti di solidarietà salveranno gli oltre 600 lavoratori delle aziende tessili di Bronte in crisi a causa della mancanza di commesse. E’ quanto emerso a Roma durante il vertice al Ministero del Lavoro organizzato dal sindaco di BrontePino Firrarello nelle vesti di senatore con il direttore generale della “Tutela delle condizioni di lavoro” Giuseppe Mastropietro e con il responsabile per gli ammortizzatori sociali Matilde Mancini. All’incontro oltre al sen. Firrarello hanno partecipato Mario Catania presidente del Consorzio “Sicilia moda” che racchiude buona parte delle imprese del Distretto sulla filiera del tessile “Sicilia Orientale”, il direttore del consorzio Salvatore Spartà, ed il presidente dell’Antia (Associazione Nazionale Tecnici Industria Abbigliamento), Gino Sartena. Così in apertura sia Catania, sia Firrarello hanno spiegato ai due dirigenti l’attuale condizione delle aziende tessili brontesi, costrette a bloccare il lavoro e consentire agli operai di percepire la disoccupazione, a causa dell’improvviso calo delle commesse da parte delle grandi firme. “La nostra mission – ha affermato Firrarello – è salvare i posti di lavoro e di conseguenza salvare le aziende”. E dal ministero sono arrivate le soluzioni sperate: “Hanno proposto alle aziende – ha affermato il dott. Sparta – di stipulare con i lavoratori contratti di solidarietà, possibili solo nelle situazioni di crisi come la nostra. Inpratica gli orari di lavoro dei dipendenti vengono ridotti e contestualmente lo Stato versa loro un contributo, come misura di sostegno del reddito, pari al 60% del trattamento retributivo perso a seguito della riduzione di orario”. I contratti di solidarietà possono essere stipulati per un massimo di 36 mesi nelle aree del Mezzogiorno, un lasso di tempo che per il presidente Catania è sufficiente a provare a risolvere la crisi: “Quando finirà il periodo della disoccupazione – infatti afferma – se non ci saranno altre commesse saremo costretti a licenziare. Con i contratti di solidarietà potremmo mantenere tutti a lavoro, anche grazie alle nuove commesse dei nuovi clienti che nel frattempo riusciremo a guadagnare”. “La soluzione – ha affermato Firrarello – al momento mette al riparo i lavoratori. E questo è già un traguardo particolarmente importante. Adesso bisogna guardare al futuro rendendo le aziende tessili di Bronte più solide e quindi meno dipendenti dalla volontà delle grandi firme, che comunque se si fregiano del marchio Made in Italy non potrebbero produrre capi all’estero. Per questo – conclude – ho già fissato per giovedì prossimo un incontro con il sottosegretario allo Sviluppo Economico, Adolfo Urso, con l’obiettivo di salvaguardare l’intero comparto tessile della Sicilia”.
L’Ufficio Stampa