Gli agricoltori che la notte fra il 20 ed il 21 gennaio scorso hanno visto i propri frutteti e le case inondate dalla piena del Simeto saranno risarciti, mentre le cause che hanno provocato la piena sono diverse. Prima fra tutte lo stato d’abbandono del letto del fiume e la quantità delle piogge cadute. Il fatto che le paratie della diga Ancipa erano aperte avrà influito, ma può considerarsi solo una concausa, anche se l’ing. Paolo Alagna, dirigente dell’Ufficio tecnico per le dighe, lo esclude categoricamente, scontrandosi con il sindaco Pino Firrarello che sostiene il contrario. Questo l’esito del Consiglio comunale straordinario convocato dal presidente Gino Prestianni alla presenza non solo dell’Amministrazione comunale e dell’ing. Alagna, ma anche dell’assessore regionale all’Agricoltura, Giovanni La Via, del vice presidente della Provincia di Catania, Sebastiano Catalano, del capo dell’Ispettorato agrario di Catania, Gaetano Aprile, del comandante della Guardia forestale di Bronte, Vincenzo Crimi, dell’ingegnere capo delGenio Civile di Catania, Gabriele Ragusa, del capo dell’ufficio tecnico ing. Salvatore Caudullo e dell’ing. Francesco Paternò, docente di Idraulica presso la facoltà di Ingegneria dell’Università di Catania che per conto del sindaco Firrarello ha redatto una relazione su quanto accaduto. In primis i consiglieri Gino Impellizzeri, Salvatore Gullotta, Enza Meli, Enzo Bonina per conto dell’intero Consiglio hanno chiesto cosa realmente fosse successo e per colpa di chi. Oltre a ciò si sono domandati come gli agricoltori verranno risarciti. “Le piogge prolungate – ha affermato il prof. Paternò – il restingimento a valle del letto del fiume che a causa dei detriti trascinati per decenni ha alzato il suo letto, oltre alla diga Ancipa, sono state la causa dell’esondazione di terre che comunque facevano parte del vecchio percorso del Simeto. Sui posti – conclude – oltre ad un bidone trascinato su un albero a 2metri e mezzo di altezza, abbiamo trovato un grosso pesce che certo proveniva dalla diga”. “Nella diga Ancipa – ha aggiunto l’ing. Alagna – si stanno realizzando a lavori di ristrutturazione. Fra qualche anno sperimenteremo la nuova capacità di invaso, ma fino ad allora, superati i 9 milioni di metri cubi deve scaricare. Secondo me, però, la diga non stata la causa di quello che voi chiamate esondazione del Simeto, che si è solo riappropriato della sua sede naturale”. “Pensare che la diga sia esente da responsabilità – ha replicato Firrarello, sostenuto anche dal consigliere Impellizzeri – è ingiusto. Non c’è un sistema di allarme e negli anni 70 per colpa dell’Ancipa è accaduto la stessa cosa, senza considerare che dovrebbe avere anche il ruolo di trattenere le piene del bacino imbrifero. Bisogna subito effettuare la manutenzione del letto del fiume, ed i privati sono disposti a farlo da soli per non attendere i tempi della burocrazia, ma hanno bisogno delle autorizzazioni. Poi bisogna eliminare i rischi e siamo pronti a collaborare con tutti, ma chi gestisce la diga Ancipa deve prendersi la sua parte di responsabilità”. “Il Genio civile – ha aggiunto l’ing. Ragusa – ha già redatto un progetto di 220 mila euro che riguarda la manutenzione di una parte del fiume. Appena approvato il bilancio lo finanzieremo, ma ovviamente va ampliato”. “Gli agricoltori saranno risarciti. – ha concluso l’assessore Giovanni La Via – Abbiamo già delimitato le aree colpite e trasmesso alla Giunta regionale gli atti per la delibera. Poiinvieremo tutto al Ministero per il rimborso che potrebbe anche essere riconosciuto in tempi non lunghissimi. Oltre a ciò – continua La Via – bisognerà verificare dove effettuare gli sbancamenti sul letto del fiume ed evitare altre esondazioni.