Nuovo allarme per 40 lavoratrici del settore tessile di Bronte, attualmente – come molte altre colleghe – sospese dal lavoro a causa della diminuzione delle commesse da parte della Diesel, ma con il rischio del licenziamento che grava sulle loro teste come una spada di Damocle, perché l’azienda per cui lavorano non ha ricevuto in questi mesi quelle richieste di lavoro che potrebbero determinare il rilancio. A lanciare l’allarme sono Cgil, Cisl e Uil che hanno chiesto e ottenuto un incontro all’Ufficio provinciale del lavoro: “L’azienda è la “Tagli e confezioni”, – spiega Gino Mavica della Cgil – A fine maggio scadono i tempi della sospensione e si dovrebbe ritornare al lavoro oppure mettere i lavoratori in cassa integrazione. I titolari dell’azienda ci hanno comunicato di essere pronti ad attivare gli ammortizzatori sociali previsti dalla legge, ma ovviamente ci hanno anche fatto capire che, se entro l’anno la crisi non dovesse cessare, saranno costretti a chiudere bottega”. Mavica ricorda che la cassa integrazione, che deve essere rinnovata ogni trimestre, non può durare più di un anno e, di conseguenza, se l’azienda non dovesse ricevere commesse di lavoro, per le 40 lavoratrici sarebbe la fine. “Con l’azienda – continua Mavica – abbiamo anche concordato che nel pomeriggio del 15 organizzeremo un’assemblea per informare le lavoratrici sugli esiti dell’incontro all’Ufficio provinciale. A questo incontro parteciperanno anche le segreterie nazionali dei settori tessili della Triplice. Uno schieramento compatto, delle organizzazioni sindacali a livello nazionale, con l’intento di cercare un modo per intervenire nei confronti della Diesel, affinchè torni a dare lavoro a Bronte e a questa azienda. La stessa Diesel, infatti, – ribadisce Mavica – sostiene che la diminuzione delle commesse a Bronte non è causa della delocalizzazione del lavoro in Africa, ma della crisi delle vendite. Bene – conclude il sindacalista della Cgil – se è vero che il 2010 è l’anno della ripresa è bene dimostrarlo, restituendo il lavoro a Bronte”. Sempre il 15 un’altra assemblea di lavoratrici è prevista alla “Bronte jeans”, dove però la vivacità imprenditoriale del “Gruppo Catania” sembra essere riuscita, al momento, a mitigare il rischio di possibili licenziamenti. Intanto, al momento, le lavoratrici sospese dal lavoro percepiscono il 60% dello stipendio medio. Con la cassa integrazione ne percepiranno l’80%, ma tutto è ovviamente subordinato alla successiva ripresa del lavoro, altrimenti sarà tutto vano.
Fonte “La Sicilia” del 07-05-2009