Raddoppia il numero dei latitanti sui Nebrodi e che potrebbero nascondersi, secondo gli investigatori, nel “loro” territorio, sui monti a cavallo delle province di Messina e Catania. Se da mesi, infatti, carabinieri e polizia danno la caccia ai fratelli Calogero e Vincenzino Mignacca, tra i 40 più pericolosi latitanti, adesso si aggiungono due nuovi esponenti della malavita nebroidea sfuggiti alla cattura. Sono i cugini Marco e Gianfranco Conti Taguali, originari di Tortorici ma residenti a Maniace, entrambi condannati all’ergastolo l’11 gennaio scorso dalla corte d’Assise d’Appello di Catania. Sono ritenuti i responsabili, insieme a Giuseppe Pruiti, dell’omicidio di un allevatore di Maniace, Bruno Sanfilippo Pulici, che morì il 4 giugno del 2002 nell’ospedale Cannizzaro di Catania dove era stata ricoverato dopo essere stato ferito il giorno primo con colpi di fucile caricato a pallettoni in un podere di contrada Vellamazzo, nel comune di Cesarò. Secondo la ricostruzione dell’accusa, Sanfilippo Pulici sarebbe stato eliminato nell’ambito di contrasti sorti tra allevatori della zona. Le indagini confluirono nell’inchiesta antimafia Tunnel-Nitor che il 10 febbraio del 2004 portò all’esecuzione di venti fermi da parte dei carabinieri dei Comandi provinciali di Catania e Messina. Una operazione dei carabinieri delle Compagnie di S. Stefano Camastra e Randazzo che portò all’esecuzione del fermo di venti persone, tra cui un presunto boss. I fermati facevano parte delle famiglie rivali dei Santapaola e dei Mazzei ed erano ritenuti responsabili della gestione del racket delle estorsioni e del traffico di droga a Maniace e Bronte, nel versante catanese e a Cesarò e S. Teodoro.
ALESSANDRA SERIO fonte “La Sicilia” del 27-01-2010