A Bronte è diventata il triste emblema della giornata mondiale contro la violenza sulla donna. La donna romena di 48 anni selvaggiamente picchiata dal convivente, per molti è la prova della necessità di intervenire in tutti gli ambiti, per porre fine ad una violenza che, spesso, rischia di uccidere. Le notizie che ci giungono dal reparto di Rianimazione dell’ospedale Garibaldi Nesima, fortunatamente, sono confortanti. La donna, dopo l’intervento per l’asportazione della milza, si è svegliata, ma le sue condizioni rimangono critiche e i medici non hanno sciolto la prognosi che rimane rigorosamente riservata. E’ chiaro che quanto accaduto ha suscitato sdegno. Primo ad intervenire il sindaco Firrarello: “Tutta Bronte è attonita per quanto accaduto ma il problema non è locale, ma mondiale. Leggendo i dati Istat si evince che quasi un terzo della popolazione femminile, tra i 16 e i 70 anni, é stata vittima di violenza, almeno una volta nella vita. Non dimentichiamo che il Parlamento Europeo ha approvato una relazione sulla violenza contro le donne, facendo emergere come spesso la violenza avvenga tra le mura domestiche, in famiglia”. E dalla stessa relazione si evince come spesso la vittima non abbia la forza di denunciare il proprio compagno. Qualche settimana fa già una prima volta la donna era stata picchiata dallo stesso compagno e quest’ultima si era rivolta allo staff di avvocati del telefono rosa di Bronte composta dai legali Samantha Lazzaro, Pia Grassia e Giovanna Caruso. Agli avvocati però ha chiesto addirittura di aiutare il compagno: “Ci ha assicurato che era pentito – dice l’avv. Lazzaro – e che non l’avrebbe più picchiata. Non è stato così. Adesso l’associazione Telefono rosa farà il possibile per aiutare povera donna che è svenuta in casa e si è svegliata in ospedale. Ieri mattina ho parlato con lei in ospedale, è spaventata. Si trova da sola e noi abbiamo già rintracciato una delle sue figlie che vive in Romania”. Intanto l’aggressore, il 35 enne Vasile Grosu (nella foto), rimane in stato di fermo.
Fonte “La Sicilia” del 23-11-2012