Un foglio di quadernone a righe, riempito per intero in ordinato stampatello. Qualche errore di ortografia, un paio di cadute grammaticali, ma anche tutti i congiuntivi al posto giusto. E due parole che spiccano su tutte le altre: “Chiedo perdono”. Una lettere dal carcere minorile di Bicocca, datata 10 agosto e firmata da Biagio, il minorenne che a Bronte – esattamente un mese fa – uccise con una coltellata Matteo Galati di 13 anni, ferendo Salvatore, coetaneo della vittima. La notizia è stata diffusa ieri da News Mediaset (agenzia di notizie del gruppo Mediaset), a cui è stata indirizzata la lettera. “So che queste mie parole – così comincia lo sfogo del giovane – non potranno riportare indietro il tempo e cancellare ciò che è avvenuto così come non potranno riportare in vita Matteo. Voglio comunque dirvi che sono profondamente addolorato per quello che è successo e non passa giorno che il pensiero di quanto avvenuto non mi dia angoscia”. In quella maledetta sera del 2 agosto, in piazza De Gasperi, si consumò un delitto assurdo. Un movente che le indagini hanno collegato a una precedente lite fra i due minori, con una ragazzina contesa fra la vittima e un altro coetaneo, che si sarebbe rivolto a Biagio per chiedere “sostegno”. Adesso, dal carcere, il baby – omicida non fornisce alcuna spiegazione. Ma prova a giustificarsi: “Ripensando a quei terribili momenti ancora oggi non mi spiego come possa essere accaduto. Non avevo alcuna intenzione di colpire, non avevo alcuna intenzione di rubare la vita a nessuno né tantomeno a Matteo”. Eppure fra quelle righe c’è realismo: “Capisco e vivo il grandissimo dolore che ho arrecato, ma vi prego di perdonarmi, cercando di comprendere che il vostro dolore è anche il mio tormento”. E poi il crescendo con qualche accento di troppo, ma con un pentimento che sembra sincero: “Chiedo perdono, non sò cosa darei perché ogni cosa tornasse com’era prima di quella terribile sera, ma per questo non è possibile ed proprio per questo che soffro assieme a voi per la morte di Matteo. Chiedo perdono anche a Salvatore ( che però non è il nome dell’altro 13enne ferito, ndr) e spero che possa guarire presto e nel migliore dei modi”. La lettera del sedicenne arriva un mese dopo i fatti. Al di là della cronometrica puntualità mediatica, il pentimento di Biagio fa seguito alle parole di scuse che la madre del ragazzino pronunciò subito dopo l’omicidio. Nessun commento allora, e né tanto meno oggi, dai familiari di Matteo. Ma il loro avvocato, Mario Schilirò, esprime qualche dubbio: “A mio parere la lettera ha un chiaro scopo processuale”, taglia corto. Il sedicenne di Bronte, dopo la convalida dell’arresto, si trova nel carcere minorile di Bicocca. Non ci sono imminenti appuntamenti processuali, ma il legale della famiglia Galati ipotizza: “Questa mossa potrebbe anticipare la richiesta di scarcerazione o di attenuazione del regime carcerario. Ma le mie maggiori perplessità riguardano il contenuto della lettera, che evidentemente non appartengono a un ragazzino di quell’età e con quel livello culturale. Umanamente sarei lieto se arrivasse un sincero pentimento, ma il perdono del minore arrestato per l’omicidio di Matteo è innanzitutto poco credibile e inoltre prematuro. Potevano avere la decenza di aspettare un altro po’…”.
Mario Barresi fonte “La Sicilia” del 03-09-2010
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