«Imu (Imposta municipale unica) iniqua per i cittadini e bilanci dei Comuni in crisi a causa dei tagli statali e regionali». A sostenerlo è il sindaco di Bronte, Pino Firrarello, alle prese con la redazione del bilancio di previsione. «L’Imu – afferma – così come è stata concepita distruggerà il Paese. Chiederà in maniera iniqua sacrifici anche ai meno abbienti. Pensate agli emigrati, ed a Bronte sono tanti, che saranno costretti a pagare come seconda casa l’abitazione di origine rimasta disabitata. Per questo in Senato – conclude – ho chiesto a Monti di riflettere». Ma ciò che preoccupa Firrarello è la difficoltà che in Comuni, compreso il suo, stanno avendo per far quadrare i bilanci. Rispetto al 2005 Bronte, infatti, conti alla mano, ha ricevuto 2 milioni di euro in meno e spese in più pari a 500 mila euro solo per il servizio di raccolta dei rifiuti. «Il calcolo è semplice – aggiunge il sindaco – nel 2005 i trasferimenti dello Stato ammontavano a 5.099.773,53 euro. Oggi sono 3.937.194,58. Ci sono quindi un milione e 162.579 euro in meno. Dalla Regione siciliana nel 2005 ricevevamo 2 milioni e 943.374,10 euro, mentre adesso 2.001.551,07. Se sommate le differenze vi accorgerete come sono più di 2 milioni i trasferimenti in meno, cui vanno aggiunti i 500 mila euro che rispetto al 2005 paghiamo in più per il servizio di raccolta dei rifiuti. Mi domando come sarà possibile far quadrare i conti. Il Governo – conclude – deve prendere una decisione». E le difficoltà non sono solo di Bronte. Buona parte dei Comuni siciliani hanno registrato tagli a 6 cifre. Chi se la cava un po meglio sono i Comuni più piccoli che sembrano resistere alla crisi. Il Comune di Randazzo, per esempio, complessivamente dal 2005 fino ad oggi ha ricevuto ben 922.324 mila euro in meno, che per un Comune di 11 mila abitanti non sono pochi. 342.359 sono stati i tagli prodotti dallo Stato, ben 579.964 euro quelli della Regione siciliana. Con i soldi rimasti i Comuni non solo dovranno tentare di garantire gli stessi servizi, ma dovranno pensare alla stabilizzazione dei propri precari, che vivono una stagione da incubo, a causa del drammatico rischio di non vedersi rinnovare i contratti annuali. Se la cavano meglio, invece, i Comuni piccoli. Interpellati sull’argomento i sindaci di Maletto e Maniace, rispettivamente Pippo De Luca e Salvatore Pinzone Vecchio hanno detto che, dal 2005 ad oggi, hanno ricevuto da Stato e Regione la stessa cifra, ma Pinzone Vecchio sottolinea: «Si è vero non abbiamo subito tagli, ma neanche incrementi, ed il costo della vita e dei servizi è aumentato in maniera esponenziale. Di conseguenza siamo più poveri anche noi». Una possibile soluzione il sindaco di Bronte la ha già proposta. Istituire un consorzio di Comuni che ottimizzi i servizi e riduca i costi. Ai sindaci la decisione finale.
Fonte “La Sicilia” del 20-05-2012