Il problema delle eccessive percentuali di vanadio nella rete idrica dei comuni de versante occidentale dell’Etna questa volta sembra essere veramente risolto. Il Consiglio superiore di Sanità, riunito questo pomeriggio a Roma, esaminando l’istanza del sindaco di Bronte, Pino Firrarello, ha innalzato le percentuali di vanadio che possono essere presenti nell’acqua da 50 a 140 micro grammi per ogni litro. A darcene notizia è stato proprio il sindaco Firrarello che da 10 mesi segue il problema vanadio nell’acqua, che nella sua cittadina ha provocato più di un problema, con parecchi artigiani e commercianti multati e privati dell’autorizzazione sanitaria per aver utilizzato l’acqua della rete idrica. “Ho combattuto questa battaglia per Bronte e per la Sicilia tutta. – afferma Firrarello – Sapevano bene che il vanadio non fosse nocivo per la salute, anzi studi e ricerche confermano le sue qualità curative per alcune patologie. Invece a Bronte la presenza di vanadio nell’acqua è stata criminalizzata e c’è stato chi, trincerandosi sotto l’emblema della salvaguarda della salute pubblica, ha rischiato di compromettere l’economia di un’intera cittadina, ponendo in essere un’azione persecutoria nei confronti di pasticceri, panificatori e ristoratori che speriamo qualche ente dello Stato metta a giudizio. Adesso mesi di lavoro sono stati premiati e dobbiamo solo attendere che il ministro della Salute firmi il decreto e lo faccia controfirmare dal collega dell’Ambiente. Dopo di ché il problema del vanadio a Bronte e nella Sicilia sarà solo un ricordo. Personalmente – conclude – oltre a ringraziare già i 2 ministri, rivolgo un sentito grazie all’Istituto ed al Consiglio superiore di Sanità, ai professori Sciacca e Vigneti, ed all’Università di Catania”. Il decreto legislativo 31 del 2001 aveva fissato i limiti del vanadio a 50 mg/l. Dalla condotta del pozzo di Ciapparazzo dell’Acoset, che viaggia da Bronte e Pedara i valori del vanadio superano i 160 mg/l. Adesso basta miscelare l’acqua con altre fonti e si rientra nei canoni. A Bronte, per esempio, ci sono i pozzi Musa 1 e 2 dove il vanadio non supera i 50 μg/l e quello di Sollazzo che non presenta vanadio. Con questi indici miscelando tutta l’acqua dei pozzi di Bronte si potrebbe ottenere acqua buona.
L’Addetto stampa Gaetano Guidotto