Rimangono stabili le condizioni del bambino di 9 anni di Randazzo che giocando nella sua cameretta si è strangolato con una sciarpa. Il bambino è sempre in coma, ricoverato in prognosi riservata nel reparto di rianimazione dell’Ospedale Garibaldi nuovo di Catania. Medici e genitori attendono qualche cenno di risveglio del cervello rimasto troppo tempo senza ossigeno. Intanto sull’accaduto la Procura della Repubblica ha aperto una inchiesta e ieri mattina carabinieri e ispettori dell’assessorato alla Sanità si sono recati nel Pte di Randazzo per prelevare documenti.
Ufficialmente nessun reato è ipotizzato. Si vuole solo verificare se quel drammatico lunedì sera il servizio di emergenza urgenza ha rispettato i protocolli. E questa è una delle 2 risposte che tutta Randazzo pretende di sapere. L’altra è se una macchina di soccorso diversa, maggiormente organizzata, avrebbe potuto accorciare i tempi di intervento ed aiutare di più il piccolo. Lo zio del bambino, infatti, ha affermato che «la macchina sanitaria ha funzionato benissimo da Bronte in poi, però come primo soccorso, a Randazzo, abbiamo avuto un piccolo ritardo». Noi abbiamo posto questi interrogativi al dott. Benedetto Anfuso, che risponde alle nostre domande in qualità di consigliere provinciale. Il dott. Anfuso è medico del Pte di Randazzo dal 1998, è consulente dell’assessore Massimo Russo appositamente per l’emergenza, ma soprattutto, in qualità di referente, è l’interfaccia fra l’Asp 3 di Catania ed il 118. «Intanto – spiega il dott. Anfuso – voglio sottolineare la bravura del medico del 118 di Randazzo intervenuto quella sera. Il ritardo nell’intervento è stato causato dal fatto che l’ambulanza stava già soccorrendo un paziente con problemi cardiaci. Il medico è stato bravo a non partire per Bronte, lasciare il paziente al Pte di Randazzo e correre per dare soccorso al bambino. Poi se mi chiedete quali sono le carenze del servizio di emergenza, da consigliere provinciale ve li elenco. A Randazzo mancano il secondo infermiere ed un secondo soccorritore indispensabili per 2 interventi in concomitanza. Più che la seconda ambulanza sarebbe utile un’auto medica che permetterebbe al medico di partire subito, stabilizzare il paziente ed attendere l’arrivo dell’ambulanza. In un ospedale come quello di Bronte poi è assurdo non avere la guardia attiva (ovvero un servizio h24) di anestesia e cardiologia. Per far arrivare l’elicottero di notte ci vuole una elipista illuminata. E Randazzo, per il numero di potenziali pazienti e per la sua posizione, merita un investimento simile da parte dell’assessorato per la Salute». Poi Anfuso va alle dolenti note. «Io sono un esperto – afferma – ma ho sempre prospettato queste soluzioni. Purtroppo però oggi la Regione siciliana è costretta ad effettuare dei tagli. E senza adeguate risorse nessuno è in grado di risolvere i problemi».
AMBULANZA CON MEDICO
In forza al Pte di Randazzo c’è un’ambulanza di soccorso avanzato, con medico a brodo in grado di effettuare tutti i tipi di assistenza compreso quelli di rianimazione. Il personale composto da 2 medici 24 ore su 24 di Pronto soccorso, un infermiere ed un autista soccorritore. Un tempo c’erano due infermieri, due soccorritori e un solo medico, ed è accaduto che l’unico medico tornando da un soccorso trovava in corsia un infartuato che rischiava di morire per non aver ricevuto adeguata assistenza. Oggi ci sono i medici ma senza aiuto e mezzi di trasporto.
Gaetano Guidotto fonte “La Sicilia” del 01-06-2012