Sono Calogero Mannino (Gruppo Misto), Sebastiano Burgaretta e Pino Firrarello (Pdl), Vladimiro Crisafulli (Pd), Alessandro Pagano (Pdl) e Salvo Fleres (Forza del Sud)
Clima di austerity, sacrifici “lacrime e sangue” richiesti a molte categorie di lavoratori in nome del “bene nazionale”. Ma c’è chi non ci sta a subire tagli considerati indebiti, reclamando il riconoscimento dei “diritti acquisiti”. Accade nell’isola, dove sei ex deputati regionali siciliani, attualmente parlamentari nazionali, hanno fatto ricorso alla Corte dei Conti per chiedere che venga annullata una delibera del Consiglio di presidenza dell’Assemblea siciliana che, da gennaio di quest’anno, impedisce che venga cumulata l’indennità di parlamentare con la pensione maturata in Sicilia. Ai giudici contabili – secondo quanto scrive un quotidiano nazionale – si sono rivolti l’ex ministro Calogero Mannino (gruppo misto), i senatori Sebastiano Burgaretta e Giuseppe Firrarello del Pdl, Vladimiro Crisafulli del Pd, Salvo Fleres di Forza del Sud, il deputato Alessandro Pagano (Pdl). Un fronte politicamente trasversale, spesso frammentato in posizioni contrapposte sulle iniziative amministrative, ma compatto nel rivendicare quello che l’Assemblea regionale, a gennaio scorso, ha giudicato un privilegio da abolire. I vitalizi vanno da tre a seimila euro lordi al mese, e andavano a rimpinguare il già lauto stipendio parlamentare, portandolo in alcuni casi fino a 20 mila netti. Fleres, 55 anni, si dice d’accordo con la politica di contenimento della spesa, “purchè – spiega – non vengano messi in discussione i diritti acquisiti: l’amministrazione non può trattenere i contributi che abbiamo versato”. Ma il presidente dell’Assemblea siciliana, Francesco cascio (Pdl) replica che “in questo momento di sacrificio un’iniziativa del genere è semplicemente indegna”. La tesi di Mannino è che “ ci sono delle questioni giuridiche che, intanto, vanno riaffermate, solo dopo parteciperemo ai sacrifici che il Paese richiede”.
Fonte “La Sicilia” del 19-08-2011