La medievale cittadina di Randazzo si prepara ad un autunno all’insegna del turismo culturale. Il sindaco Ernesto Del Campo annuncia che presto il museo archeologico Vagliasindi di Randazzo si arricchirà del famoso «Pytos» (dal greco «grande vaso di creta») risalente al 1500 a.C. e che la collezione dei pupi siciliani verrà trasferita nei nuovi locali dell’ex mattatoio. «Stiamo presentando un progetto alla Provincia di Catania – afferma Del Campo – per ottenere il finanziamento degli arredi dei locali. Ho già il consenso di massima del presidente Giuseppe Castiglione che ringrazio. Ma l’altra bella notizia è che la Soprintendenza ha completato i lavori di restauro del Pytos. Entro l’autunno contiamo di mostrarlo al pubblico e di inaugurare il nuovo spazio espositivo della collezione dei Pupi con una grade Notte dei musei randazzesi». «Era da 20 anni – aggiunge l’assessore alla Cultura, Paolo Raciti – che si tentava di far restaurare il Pytos. Questa Amministrazione ci è riuscita. Verrà esposto nella grade sala a piano terra del Castello di San Martino che ospita la collezione archeologica Vagliasindi». Il Pytos fù trovato quasi per caso tra il 1968 ed il 1969 durante la costruzione della strada denominata “Quota 1000” che collega Randazzo a Linguaglossa. Si tratta di un grosso vaso ai tempi consegnato all’indimenticato e stimato salesiano, don Calogero Virzi, ispettore onorario della Soprintendenza ai Beni architettonici, artistici e storici. Don Virzi lo conservò fino alla sua morte avvenuta il 21 novembre del 1986. Alto circa un metro e 30 il vaso, quando verrà esposto, impreziosirà ancor di più la collezione di monete, vasi attici ed italioti in terracotta dipinta risalenti al IV e V secolo A.c. che Paolo Vagliasindi riportò alla luce in contrada S. Anastasia, a 6 km circa da Randazzo.
Gaetano Guidotto fonte “La Sicilia” del 20-08-2011