“E’ ancora possibile che il polo tessile catanese si risollevi. L’emorragia che ha già causato la perdita di 400 posti di lavoro negli ultimi due anni può essere fermata una volta per tutte se il Polo crea un marchio proprio”. A lanciare l’appello agli imprenditori di Bronte è il segretario generale della Camera del Lavoro di Catania, Angelo Villari, che chiede una riunione urgente al presidente Giuseppe Castiglione. “Siamo di fronte ad un ennesimo disastro industriale nella nostra provincia – continua Villari – con l’aggravante che esso avviene in una zona interna a nord ovest dell’Etna e con manodopera quasi esclusivamente femminile. Stiamo pagando il prezzo di una dipendenza insopportabile, a volte di natura quasi coloniale, di marchi tanti prestigiosi quanto furbi e voraci. Come possiamo scordare il terremoto che ha provocato l’abbandono del marchio Diesel?”. Villari è preoccupato anche dal fatto che presto gli ammortizzatori si esauriranno. 130 dipendenti del Consorzio siciliano manifatturiero, infatti, sono in cassa integrazione in deroga, senza considerare che una società, la “Tagli e confezioni” ha già chiuso i battenti lasciando in mobilità, da metà giugno, 40 dipendenti. A tutto ciò, infine, si aggiungono altre 100 lavoratrici di altre due aziende consorziate, la “Rossonero confezioni” e la “Artigianato tessile” che dopo avere esaurito la cassa integrazione ordinaria, dal prossimo mese andranno anche loro in cassa integrazione straordinaria.
Gaetano Guidotto fonte “La Sicilia” del 24-09-2011