E’ avvenuto in provincia di Messina ma in una zona gravitante nel catanese l’omicidio di Epifanio Zappalà, ucciso ieri a Cesarò. Il quarantaseienne di Misterbianco è stato freddato a colpi di arma da fuoco alla testa, un chiaro agguato teso per eliminarlo. A scoprire il corpo dell’uomo, che lavorava come guardia venatoria in un’area protetta della zona, è stato un passante che ha avvisato il 112. Il corpo di Zappalà è stato trovato intorno a mezzogiorno in contrada Casazza, riverso a terra, faccia in giù, in una pozza di sangue. Ad occuparsi delle indagini e dei rilievi è il Reparto Operativo dei Carabinieri di Messina, con in testa il comandante provinciale Luigi Bruno. Il coordinamento è invece affidato alla Procura della Repubblica di Catania. Il medico legale è arrivato nel tardo pomeriggio, ma dai primi rilievi pare che Zappalà sia stato ucciso in mattinata, forse nelle prime ore di luce della giornata. Almeno due sono stati i colpi esplosi in direzione del volto che hanno ucciso la guardia venatoria, che viveva di impieghi saltuari. A raggiungerlo pare comunque siano stati colpi di pistola sparati da distanza ravvicinata, e ciò fa escludere quindi che possa essersi trattato della mira errata di un cacciatore. Zappalà era incensurato. I carabinieri avrebbero già una pista e pensano ad una o più persone che potrebbero aver condotto l’uomo nella zona impervia dove è stato trovato “giustiziato”. Un regolamento di conti, quindi, per motivi ancora oscuri. Oppure la decisione di eliminare un testimone scomodo: forse Zappalà, svolgendo la sua attività nell’area protetta, aveva visto qualcosa che non avrebbe dovuto vedere. Si tratta del terzo omicidio dell’anno avvenuto in provincia di Messina. In tutti i casi precedenti, però, era chiaro il movente e lo sfondo, perché i killer così come le vittime gravitavano nell’ambito della mafia barcellonese. Ben diverso lo sfondo dell’omicidio di Cesarò, ancora tutto da chiarire. A lavoro anche i Ris dei Carabinieri, che torneranno sul posto in giornata. Si tratta di una zona impervia, nei pressi di un casolare isolato, difficile da raggiungere e da esaminare nelle ore di buio.
Al. Ser. Fonte “La Sicilia” del 22-03-2013