Due milioni e 400 mila euro per 4 musei del versante nord dell’Etna. Li ha ottenuti la società consortile Taormina Etna dalla Regione Siciliana, attraverso il Pist “Etna Paternò” a finanziamento del progetto “I musei dell’identità storica etnea”. Il progetto presentato mira in un colpo solo a riqualificare e mettere in rete il museo “civico” di Maletto, quello dell’opera dei Pupi siciliani di Randazzo, quello delle sculture che si trova nel giardino del Castello Nelson, e infine il museo delle opere dell’artista Salvatore Incorpora di Linguaglossa. Fino a qualche giorno fa i fondi erano bloccati, ma un vertice tenuto a Palermo, appena prima di Pasqua, fra i dipartimenti della Programmazione e dei Beni culturali della Regione siciliana, con l’amministratore delegato della società Taormina Etna, Salvatore Spartà, ha risolto ogni dubbio, e adesso si attende a giorni il decreto ufficiale di finanziamento. A darcene notizia è il sindaco di Randazzo Ernesto Del Campo: “Il progetto – afferma – prevede anche la realizzazione di un circuito dei 4 musei, da promuovere come se si trattasse di un’unica struttura museale. Noi a Randazzo – conclude – renderemo vivo il nostro museo dei pupi siciliani sito nel Castello di San Martino”. Un progetto che guarda allo sviluppo del turismo culturale del territorio. L’importanza dell’artista Salvatore Incorpora, figlio adottivo e cittadino onorario di Linguaglossa, valica i confini regionali, mentre Maletto custodisce reperti archeologici che vanno dall’età del bronzo (II° millennio a. C.) all’età del ferro. Infine il museo di sculture del Castello Nelson è famoso perché le opere furono realizzate sul posto da artisti illustri nell’ottobre del 1990, in occasione di un Simposio Internazionale di Scultura avente per tema “La Libertà”.
L. S. Fonte “La Sicilia” del 03-04-2013
Che spreco di denaro pubblico, ma la gente lo vuole veramente?
Che cosa verra fatto esattamente? Il solito sitarello in flash in grafica pseudo virtuale e scomodissimo? 2.4 milioni di euro? Mah.. resto basito.
Qui siamo a livelli grotteschi, come i 50 milioni di euro per http://www.italia.it