La condotta dell’Acoset che dal pozzo di Ciapparazzo a Bronte trasporta ben 700 litri di acqua al secondo a servizio di buona parte dei Comuni del versante sud ovest dell’Etna, fra qualche settimana dovrà essere ancora una volta interrotta a causa dei lavori del nuovo tratto Bronte – Adrano della Ss 284. Lo conferma l’ing. Giuseppe Musotto della Cogip Pavesi, ovvero il raggruppamento di imprese che stanno eseguendo i lavori. Nel secondo tratto della statale, già completato ma ancora non aperto al transito, e esattamente sotto il viadotto Ciapparo, l’impresa dovrà scavare per realizzare il sottopassaggio di una strada rurale che attraversa perpendicolarmente la nuova statale. Per consentire un transito agevole nella stradella bisognerà scavare almeno 2 metri, facendo riaffiorare la condotta dell’Acoset. Per questo i tecnici, come già fatto sotto la galleria Ciapparo nel novembre scorso, dovranno tagliare la condotta riaffiorata nei 2 estremi e ricollegarla ad un by pass già realizzato ed interrato. Come nel novembre scorso per tagliare la condotta bisognerà interrompere l’erogazione dell’acqua, ma questa volta i rischi di lasciare a secco le comunità servite dall’Acoset sono limitati. “Ancora – ci dice l’ing. Giuseppe Musotto – non abbiamo l’ok da parte dell’Anas e dell’Acoset sulla data esatta, ma presumibilmente il taglio della condotta verrà eseguito a metà aprile”. “Questa volta però – continua – i disagi per gli utenti saranno minori. Oltre al fatto che in questo periodo il consumo di acqua è certamente minore, sotto il viadotto viaggiano parallele 2 condotte: una di 80 centimetri ed una di 40”. “Entrambe – conclude – portano acqua potabile a valle e sarà possibile tagliare una condotta, mentre nell’altra continua a scorrere acqua”. Nel novembre scorso le operazioni durarono appena 10 ore, dalle 5 del mattino fino alle 15 del pomeriggio. Pochissimi registrarono disservizi idrici. La sfida oggi è far si che tutti gli utenti dei Comuni da Adrano fino a San Giovanni La Punta neanche se ne accorgano”.
Gaetano Guidotto Fonte “La Sicilia” del 07-04-2013