Randazzo ha ricordato ieri monsignore Vincenzo Mancini, arciprete e vicario foraneo di Randazzo, Castiglione di Sicilia e Linguaglossa, in occasione del settimo anniversario della sua scomparsa. Tutti nella cittadina lo ricordano perché incarnava l’esempio del parroco vicino alle persone, pronto al sacrificio e al lavoro, disposto soprattutto ad aiutare chiunque chiedesse il suo aiuto, senza dimenticare quel ruolo educativo verso i giovani. Ordinato sacerdote il 4 marzo del 1944 si è sempre dedicato ai randazzesi ed alla sua attività pastorale. Lo ricordano affettuosamente i tanti studenti che hanno avuto la fortuna di averlo come insegnante e molti anziani che oggi hanno una casa ed appropriate cure grazie alla sua caparbietà che lo spinse a fondare la Casa di Riposo “Paolo Vagliasindi del Castello”, dove è stata eretta una sua statua. Per rendersi conto della sua “statura” basta ascoltare le parole di Rita Zignale, una orfanella che 31 anni fa fu aiutata da mons. Mancini: “E’ stato – ci dice – l’espressione più viva della bontà e dell’umiltà rispecchiate nel suo sorriso e nei suoi occhi”. E ieri sera l’arciprete don Enzo Calà, nella Basilica di Santa Maria, ha celebrato una messa in suffragio di mons. Mancini, ricordando la sua saggezza e le sue grandi doti umane e spirituali. Gaetano Guidotto fonte “La Sicilia” del 30-04-2013