«I conti dei lavori di restauro del campanile della chiesa del Sacro Cuore sono in regola. A provocare ritardi e varianti progettuali sono stati errori burocratici e la sostituzione del direttore dei lavori». Questo in sintesi è quello che ha affermato il vescovo di Acireale, mons. Raspanti, che ieri ha incontrato i parrocchiani che da tempo chiedono i conti sulle spese di restauro. Per questo si è formato un comitato che ha inviato al vescovo una lettera con 500 firme. «Vengo qui da vescovo non da giudice – ha detto mons. Raspanti – al comitato non ho nulla dire perché qui siamo in Chiesa. Ai miei fedeli però voglio parlare e fornire loro tutte le spiegazioni, perché sono i miei figli. Non si sono spesi soldi pubblici, ha continuato il vescovo – ma privati, e comunque nel rispetto delle leggi». Poi il vescovo, assieme all’impresa, ha effettuato un excursus storico dei lavori, spiegando come si è stati costretti e redigere 3 progetti per ottenere il sì di Comune, Genio Civile e Soprintendenza. Come il progetto originale sia stato bocciato dal Genio civile che ha abbassato l’altezza del campanile e approvato una copertura della struttura esistente che non potrà mai ospitare le campane. A questo si aggiunge il fatto che il precedente direttore dei lavori ha abbandonato l’incarico. Ciò ha fatto si che passassero i 3 anni previsti dal regolamento Cei che solo grazie all’intercessione di mons. Raspanti ha deciso di mantenere il finanziamento. «Ora è tutto in regola – ha concluso il vescovo – ma l’opera costerà 320 mila euro e il 25% delle spesa spetta alla parrocchia». Alla fine i parrocchiani dovranno pagare non 50mila euro ma 80mila anche se il vescovo alla fine ha detto: “Prima di tutto controlliamo i lavori. Poi vedremo quanto la parrocchia potrà dare: nessun padre recriminerà se manca qualcosa. Anzi colmerà i debiti».
Gaetano Guidotto Fonte “La Sicilia” del 09-05-2013