I giudici della prima sezione penale della Corte d’appello (presidente Ignazio Augusto Santarello) hanno riformato la sentenza con la quale il tribunale di Bronte aveva condannato a un anno e due mesi di reclusione il dr. Mario Tirendi, imputato di omicidio colposo per la morte di una ragazza di 24 anni, Rossana Lenzo, deceduta per un’emorragia cerebrale. La ragazza era stata trasportata la notte del 24 gennaio 2004 al pronto soccorso dell’ospedale di Bronte dove prestava servizio il dr. Tirendi accusando un forte dolore alla testa che all’esame Tac rilevò un “emorragia intracerebrale spontanea nucleo – talamo – capsulare – sinistra”. Il procedimento a carico del dr. Tirendi venne stato instaurato pur in presenza di una richiesta di archiviazione avanzata dal pm in fase di indagini preliminari secondo le conclusioni cui erano arrivati i consulenti dell’accusa. Durante il processo di primo grado i consulenti dell’imputato (prof. G. Dell’Osso e V. Albanese) avevano sostenuto, che il decesso non poteva essere addebitato ad alcuna responsabilità professionale del dr. Tirendi essendo stato, invece, conseguente di una gravissima emorragia naturale della giovane paziente. Alle stesse conclusioni erano pervenuti anche i periti nominati dal giudice Marino, il dr. G. Bulla, e il prof. G.F. Nicoletti. Tutti gli esperti avevano concordato nell’escludere alcun profilo di responsabilità professionale di Tirendi, ma il giudice aveva “sposato” la tesi dei consulenti delle parti civili prof. G. Gigli e F. Carta dell’Università di Udine e lo aveva condannato a 14 mesi di reclusione (pena sospesa) e al risarcimento delle parti civili. La Corte di Appello ha, invece, accolto le tesi difensive sostenute dall’avv. Carmelo Schilirò, per sostenere l’errore, in cui era incorsa la sentenza del Tribunale di Bronte. Nell’udienza di ieri l’imputato ( che ha rinunciato alla prescrizione), è stato assolto con formula piena “perché il fatto non sussiste” così come aveva chiesto, lo stesso sostituto procuratore generale Allegra Migliorini. La Corte di Appello, in conseguenza dell’assoluzione, ha anche revocato tutte le statuizioni civili disposte con la sentenza di primo grado in favore delle parti civili rappresentate dall’avv. Stella Rao. L’Asp di Catania, chiamata quale responsabile civile dalle parti civili, era rappresentata dall’avvocato Carmelo Peluso.
Fonte “La Sicilia” del 28-05-2013