«L’Etna patrimonio dell’Umanità è il giusto riconoscimento che dà ulteriore valore a questo territorio, purché non aggiunga burocrazia ed altri vincoli e divieti a quelli già imposti dal Parco dell’Etna». E’ la considerazione che gli operatori turistici del versante nord dell’Etna esprimo all’unisono, dopo il riconoscimento dell’Etna come patrimonio dell’Unesco. Siano essi albergatori o ristoratori ci dicono di essere felici, ma il timore maggiore e che questo non si tramuti in un reale vantaggio per l’economia: «E’ come se ci avessero riconosciuto le 5 stelle – dice Antonio Saitta, titolare di un albergo-ristorante a Maletto – In qualsiasi altra parte d’Italia e d’Europa questo avrebbe favorito gli operatori turistici che grazie al riconoscimento avrebbero raddoppiato le richieste. Qui non so. Abbiamo rifiuti ovunque, i servizi non funzionano, l’Etna è inaccessibile e quando nevica, sulle Alpi è come se cadessero soldi, io sono costretto a chiudere il locale». «Da 25 anni – aggiunge Nunzio Samperi – gestisco una struttura turistico-alberghiera a Bronte. Ritengo che il riconoscimento darà valore al Vulcano, ma se adesso l’Etna è patrimonio dell’Umanità e bene renderla fruibile a tutta l’umanità. Ed allora segnaliamo i sentieri e permettiamo a tutti di percorrerli». «Una notizia fantastica. – aggiunge Vincenzo Spartà giovane titolare di un turismo rurale a Randazzo – Grazie all’Unesco saremo inseriti nei siti di tutto il mondo. I miei ospiti già oggi ne parlano entusiasti e credo che possano anche arrivare finanziamenti. Il timore e che si registri un ulteriore inasprimento dei vincoli. Ben vengano se eviteranno discariche e costruzioni abusive. Ma chi vuole investire nel rispetto dell’ambiente non può essere frenato per anni». Pareri contrastanti anche fra gli agricoltori: «Come si fa a dire che non è una bella cosa – afferma Antonino Carrubba, presidente del consorzio Etna fragole di Maletto – Il timore però è che non ci facciano più lavorare. Il Parco dell’Etna per esempio dovrebbe essere una risorsa ed invece è un peso. Speriamo non si aggiungano altri pesi».
Gaetano Guidotto Fonte “La Sicilia” del 23-06-2013