Erano andati a trovare il figlio maggiorenne nel Veronese. Volevano passare con lui le feste, ma la Pasqua si è trasformata in tragedia. I coniugi Giuseppe Chisari e Nunziata Di Pippino, entrambi di 77 anni, di Randazzo, domenica sera, intorno alle 21, sono stati investiti da un’auto mentre attraversavano sulle strisce pedonali via Valpolicella, nel Comune di San Pietro in Cariano, paesotto di oltre 13mila abitanti in provincia di Verona. Si sentivano al sicuro e mai si sarebbero aspettati di non essere visti e, quindi, investiti. L’urto con l’auto che è sopraggiunta, una Volvo Station Wagon condotta da un giovane di 34 anni, deve essere stato terribile. Sul posto sono accorsi i sanitari di Verona Emergenza e i carabinieri del Nucleo Radiomobile della compagnia di Caprino. Si è capito subito che le condizioni dei 2 coniugi erano gravi. E così sono stati trasportati all’ospedale di Borgo Trento. Durante la notte, però, la signora Nunziata non c’è l’ha fatta. I tanti traumi riportati durante l’incidente le sono stati fatali. A niente sono servite le cure mediche. Il marito, invece, ancora lotta, anche se le sue condizioni rimangono gravi. Sotto choc il conducente della Volvo che continua a chiamare in ospedale per avere notizie. Il giovane è risultato negativo all’alcoltest e ha dichiarato di non essersi accorto della presenza dei due pedoni. A Randazzo la notizia si è diffusa rapidamente perché tutti conoscono e apprezzano la famiglia Chisari. Una famiglia signorile, per bene e garbata. Stimata e considerata di esempio per i rapporti con gli altri, la dedizione al lavoro e l’educazione impartita ai 2 figli,che non riescono a darsi pace per l’accaduto. La signora Nunziata si è sempre dedicata alla cura della famiglia, mentre il signor Giuseppe da qualche anno è in pensione. Meccanico fra i più bravi della zona, infatti, lavorava in proprio. Ha insegnato il mestiere a tanti giovani, e anche chi non ha poi continuato il lavoro in officina, dal signor Giuseppe ha certo imparato qualcosa che gli è servito nella vita.
Gaetano Guidotto fonte “La Sicilia” del 11-04-2012