La notizia era già stata annunciata l’8 agosto scorso, ora è diventata amara realtà. I sindacati hanno firmato l’accordo per la mobilità dei 177 lavoratori del gruppo industriale cui fa parte la «Bronte Jeans», l’impresa simbolo del polo tessile di Bronte capace, nei tempi d’oro, di produrre anche 10mila capi al giorno per Levi’s, Armani, Benetton, Diesel e Zegna, ovvero i marchi più in voga del tempo. Oggi, a causa del calo delle commesse, sfociate anche in controversie giudiziarie, come nel caso della Diesel, quei tempi sembrano lontanissimi e così i lavoratori sono finiti in mobilità. «Così potranno almeno contare sugli ammortizzatori sociali», recita un malinconico comunicato stampa diffuso dalle organizzazioni sindacali che ritengono si tratti di una «scelta obbligata a tutela di chi per anni ha fatto grande il gruppo, visto che, a fronte di una disoccupazione certa e di un ritardo di tre mesi nei pagamenti, l’unica chance per un reddito almeno a medio termine per gli operai restano le indennità». Alla firma dell’accordo, siglato nell’Ufficio provinciale del lavoro, erano presenti per la Filctem Cgil, Peppe D’aquila e Gino Mavica, per la Femca Cisl, Giuseppe Coco, per la Uiltec Uil, Saro Laurini e Salvino Luca, mentre per l’azienda era presente Mario Catania. «E’ un accordo firmato con grande rammarico – commentano i sindacati – che arriva al termine di settimane dure, fatte di verifiche, incontri, confronti a volte drammatici. Eppure non possiamo, né i sindacati, né i lavoratori, rassegnarci alla scomparsa del polo tessile. Da lunedì saremo alla riunione prevista in Prefettura e al Comune di Bronte per capire se esistano possibilità di rilancio dell’azienda, magari puntando al recupero delle commesse con la Diesel. Se la mossa risultasse vincente, la “Bronte Jeans” potrebbe ripartire e i lavoratori oggi in mobilità avrebbero un corridoio privilegiato per il rientro al lavoro».
E anche l’azienda non intende gettare la spugna. «La Bronte Jeans sta operando in regime provvisorio, ma può ancora salvarsi – dice il fondatore del Consorzio manifatturiero di Bronte, Franco Catania – Anzi farà di tutto per farlo. Adesso, però, cambierà strategia nei confronti della Diesel. Per riprendere il ciclo produttivo le aziende brontesi hanno quasi supplicato la Diesel ad anticipare la restituzione delle commesse stabilite dal giudice. Loro non le hanno ascoltate. Di conseguenza, adesso lasceremo il fioretto e impugneremo l’ascia, coinvolgendo anche la stampa nazionale. La mobilità – conclude – era un atto dovuto per permettere alle famiglie dei lavoratori di ricevere un sussidio».
Gaetano Guidotto fonte “La Sicilia” del 14-09-2013