A distanza di giorni bruciano ancora le ferite che gli incendi hanno provocato al fianco settentrionale dell’Etna. Bruciano perché quanto accaduto a Randazzo il 4 agosto e ancor peggio l’indomani a Passopisciaro, oltre ad aver distrutto vigneti che rappresentano l’eccellenza enologica etnea con danni economici incalcolabili, ha offuscato l’immagine di un versante dell’Etna che, da una parte tutti considerano come un ottimo volano per l’economia turistica e dall’altra nessuno riesce a difendere dall’azione sconsiderata dei piromani. Agli occhi dei turisti che vengono dal nord Europa per ammirare il Vulcano, infatti, giornate di fuoco come quelle vissute l’ultimo week and rappresentano un enorme freno per lo sviluppo. Lo sa bene Vincenzo Spartà, giovane titolare di una impresa turistico ricettiva a Randazzo. «Sabato scorso ospitavo turisti olandesi e tedeschi – ha affermato – Hanno trascorso la vacanza che desideravano fino a quando non sono cominciati gli incendi. Hanno visto l’enorme colonna di fumo che si levava dai boschi di Passopisciaro e chiaramente hanno avuto paura. Pensate che la cenere è arrivata fin qui. La mia struttura è posta in una zona sicura e non posso certo impedire al fumo di raggiungerci. Mi domando – conclude – se non sia possibile velocizzare l’intervento delle squadre antincendio. Intervenire dopo 20 minuti spesso vuol dire farsi sopraffare dalle fiamme». E c’è chi a Passopisciaro un’impresa turistica la stava realizzando. E’ la signora Elisabetta Catanoso, che fino a sabato sera era proprietaria di ben 110 ettari di meraviglioso bosco all’interno del fondo Musmeci. «Circa 70 ettari sono andati in fumo. – ci dice – Un danno economico certo, ma soprattutto ambientale. Il fondo Musmeci è la proprietà di famiglia e stavo realizzando un agriturismo. Questa zona, infatti, era bella come il Trentino a 30 minuti dal mare. Avvertiti dell’incendio siamo corsi subito, ma eravamo da soli contro il fuoco che ci circondava. I Canadair sono arrivati dopo circa 3 ore. Noi crediamo in questa terra, ma ci siano sentiti abbandonati al nostro destino. Nessuno pagherà per il danno ambientale procurato». Fra i danneggiati dell’incendio di Passopisciaro anche alcuni semplici proprietari: «Ho perso più di 220 alberi di olivo, castagno, noci e querce – ci dice Alfredo Calcagno di Passopisciaro – la casa di campagna è andata distrutta. Chiedo di essere risarcito, come chiedo alle istituzioni di far rispettare la legge che impedisce nei terreni percorsi dal fuoco di esercitare caccia e pascoli». E Luca Spataro e Concetta Raia, segretario provinciale e parlamentare regionale del Pd, hanno inviato una richiesta scritta di intervento all’assessore regionale all’Agricoltura. «Chiediamo – hanno scritto – un sostegno alle aziende colpite dai danni, una più attenta e mirata valorizzazione del settore vitivinicolo, ma anche più tutela a un territorio che ricade all’interno del Parco dell’Etna. Serve la mano dura contro chi danneggia e distrugge ettari di boschi e di colture». Intanto lunedì sera, intorno le 23, a Randazzo in contrada Martinetto è scoppiato un incendio doloso che ha invaso l’area comunale che ospita ripetitori radio televisivi e di telefonia. E’ stato spento in tempo, ma poteva creare danni.
Gaetano Guidotto fonte “La Sicilia” del 08-08-2012