Domani s’iniziano i lavori per riasfaltare un pezzettino del tratto Bronte-Randazzo della Ss 284. Lo conferma l’Anas in una nota ufficiale. Chi si aspettava che venissero rifatti almeno i tratti più ammalorati della carreggiata, dove l’asfalto è particolarmente scivoloso e dove si formano sempre buche, rimarrà deluso. La notizia che all’inizio era stata smentita, infatti, alla fine è stata confermata. L’Anas con i 195 mila euro di appalto riasfalterà appena 2 chilometri di carreggiata, come conferma una lapidaria nota dell’Ufficio stampa dell’Anas: «I lavori di pavimentazione sulla strada statale 284 avranno inizio lunedì (domani, ndr) – si legge nella nota – i tratti che saranno oggetto di pavimentazione avranno un’estensione complessiva di circa 2 km, in base alle somme a disposizione, pari a 195 mila euro, e all’elenco prezzi Anas 2013». «L’intervento di pavimentazione – si continua a leggere – che verrà eseguito previa fresatura, sarà compreso tra il km 9,000 e il km 12,750. La selezione dei tratti su cui intervenire è stata eseguita in seguito a valutazioni di competenza da parte della Polizia stradale. La bassa temperatura non costituirà alcun problema. Non sono previsti – conclude – subappalti». Quindi i lavori saranno effettuati solo da Maletto a Bronte e neanche per l’intero tratto. Se non altro, visto che non vi sono sub appalti, dalla nota riusciamo a capire che asfaltare una strada costa più di 97 mila euro al chilometro. Di conseguenza, non si potrà pensare ad asfaltare gli altri 9 chilometri di strada da Maletto a Randazzo se non prima di recuperano almeno 900 mila euro. Detto ciò, la cosa amaramente certa è che il tratto di Statale Randazzo-Maletto rimarrà così com’è, piena di buche, ricoperta alla buona e con i guard rail in alcuni punti divelti per testimoniare che li c’è stato un incidente. Chi la percorre sa che anche la segnaletica orizzontale è precaria, rendendo difficile il transito soprattutto quando viene già la nebbia che d’inverno, in montagna, non è poi così rara.
Gaetano Guidotto Fonte “La Sicilia” del 08-12-2013