Pesanti condanne alla fine del processo in abbreviato per i rapinatori che lo scorso 30 dicembre fecero irruzione a casa di un noto gioielliere di Letojanni, facendosi consegnare le chiavi del negozio, poi svaligiato per oltre 60mila euro di refurtiva in preziosi e bigiotteria di lusso. Il Gup di Messina ha condannato a 8 anni di reclusione i fratelli Alfio (32 anni) e Gianluca (28) Papotto; Samuele Rosario Lo Castro (28) e Salvatore Saddeo Crastì, 37 anni. Tutti di Randazzo, hanno precedenti e sono considerati esperti rapinatori. Incensurato era, invece, Nunzio Spartà, accusato solo di avere ricettato parte della refurtiva, individuata dai militari da un “compro oro” del Catanese. Lui ha scelto il rito ordinario ed è stato rinviato a giudizio davanti al giudice collegiale. A inchiodarli erano state le confessioni di due fratelli di Letojanni, complici anche loro condannati, fermati poco dopo il colpo con buona parte della refurtiva. Le analisi dei Ris dei Carabinieri sulle impronte trovate a casa della vittima e sulla pistola 7,65 recuperata a casa di Ferrara, le intercettazioni telefoniche e i controlli nei “compro oro” del Catanese, dove la refurtiva era stata ricettata, hanno permesso ai militari di comporre l’intero quadro. Per gli inquirenti, i fratelli di Letojanni hanno agito da basisti, mentre a entrare in casa erano stati i Papotto e Lo Castro. Hanno atteso i coniugi, genitori della titolare della gioielleria, al rientro dal negozio, li hanno spinti in casa e sotto la minaccia delle pistole li hanno costretti a consegnare la chiave del negozio poi ripulito. Mente del colpo un pregiudicato di Milazzo, trapiantato a Letojanni, arrestato subito dopo il sequestro; rinvenuti nella sua abitazione, l’arma, un passamontagna e un sacco adoperato per portare via la refurtiva, che comprendeva anche due preziose pistole d’argento.
Al. Ser. Fonte “La Sicilia” del 18-12-2013