Ma quanto è costato ai randazzesi il prolungamento della via Luigi Capuana e la sistemazione del piazzale antistante il campo sportivo realizzati negli anni 90? Lo scopriamo oggi, dopo circa 20 anni, perché oggi la Giunta del sindaco Michele Mangione ha dovuto “regolarizzare” debiti fuori bilancio per quasi 195 mila euro a seguito delle sentenze dei giudici che hanno condannato il Comune a risarcire la ditta che ha eseguito i lavori e un proprietario al quale fu espropriato un terreno di circa 8.500 metri quadri. La ditta, infatti, dopo aver stipulato il contratto d’appalto nel novembre del 1990, nel 2001 rivendicò la necessità di una revisione dei prezzi, chiedendo altri 47 mila euro. Il Comune non li concesse e nel 2008 il giudice del Tribunale di Bronte, accogliendo la richiesta della ditta, condannò il Comune a pagare. Il sindaco del tempo presentò appello ed istanza di sospensione dell’esecuzione della sentenza. L’appello ancora si deve celebrare, ma siccome la Corte d’Appello di Catania ha rigettato l’istanza di sospensione, gli avvocati della ditta nel 2012 depositarono un atto di precetto per richiedere al Comune ben 84.544 euro, quasi il doppio della cifra iniziale. Oltre ai 47 mila euro, infatti, la ditta pretese 22.577 euro di rivalutazione monetaria, 4.678 euro per interessi legali e 10.252 euro per spese generali, compresa una consulenza tecnica. Ancora una volta il Comune non pagò, per mancanza di liquidità in bilancio e la ditta presentò atto di pignoramento, ottenendo dalla banca che svolge le funzioni di tesoreria per il Comune le somme richieste. Somme che oggi la Giunta ha regolarizzato in bilancio. Tutto qui? Assolutamente no. Per realizzare lo stesso lavoro il Comune nel ‘90 ha dovuto procedere a degli espropri. Tutti i proprietari hanno accettato l’indennizzo proposto, tranne uno che citò in giudizio il Comune per occupazione illegittima. Bene, quest’ultimo ha ottenuto nel 2005 ben 133.500 euro ed oggi la Giunta ha regolarizzato altri 106.832 euro a favore del proprietario, somma che il Comune è stato costretto a pagare a seguito di un’ordinanza della sesta sezione civile del Tribunale di Catania. Il sindaco odierno Mangione, almeno per la querelle con la ditta, spera nell’Appello. Quel che è certo è che da anni a Randazzo aleggia la voce che sarebbero tante le sentenze che penderebbero come una spada di Damocle sul collo del Comune e quindi dei cittadini. Forse è arrivato il momento di fare chiarezza.
G. G. Fonte “La Sicilia” del 24-01-2014