Melo Salvia (nella foto) non è più assessore del Comune di Bronte. Ha presentato le sue dimissioni derivanti esclusivamente da impegni di natura personale, chiudendo una esperienza amministrativa durata quasi 20 anni. “Purtroppo – scrive nella lettera Salvia – sopraggiunti impegni lavorativi e personali, hanno reso sempre più difficile conciliare la mia vita privata con l’impegno politico – amministrativo. Vorrei ringraziare i colleghi assessori cui mi lega un sentimento di stima e amicizia. Il presidente del Consiglio comunale e i consiglieri. Ringrazio ancora i dirigenti, i capi area, i dipendenti comunali, vera risorsa per questa comunità”. Infine Salvia ringraziando il sindaco Firrarello, esprime gratitudine nei confronti dei candidati della lista “Insieme con Firrarello sindaco”. Salvia però in prospettiva non abbandona l’impegno politico e alla domanda se sono vere le voci che lo vorrebbero candidato sindaco alle prossime amministrative brontesi risponde: “Sono ancora lontane. Bisognerà vedere il quadro politico della primavera 2015. Se ci dovessero essere le condizioni però io per la mia città mi impegnerò sempre”.
Fonte “La Sicilia” del 01-02-2014
Le di(s)missioni del vice sindaco di Bronte
L’alone di normalità che in silenzio sta tentando di avvolgere l’uscita di scena del vice sindaco di Bronte sollecita una riflessione, rendendola un diritto-dovere specie per chi è impegnato in politica da vent’anni, di cui quasi due e mezzo (da gennaio 2008 a maggio 2010) da assessore comunale.
Le di(s)missioni del vice sindaco, ufficializzate lo scorso 31 gennaio, rappresentano la caduta dell’ultimo dei baluardi innalzati dall’antipolitica, con le elezioni comunali dell’autunno del 1993; anno in cui, anche per merito di una frange democristiana in cerca d’autore, Bronte fu iniziata ai misteri dell’inesperienza politica.
Divenne primo sindaco direttamente eletto dal Popolo brontese un giovane trentunenne, gattopardo di buona famiglia, grazie al quale, il 30 novembre 1995, l’appena dimesso vice sindaco mosse i primi passi da assessore comunale. Da allora, per le sue virtù e le deleghe al turismo e allo spettacolo, è stato possibile apprezzarlo anche quale organizzatore di vari eventi, con amministrazioni sia di centro-sinistra (fino al 2002) sia di centro-destra.
Purtroppo, nell’attuale settennio di vacche magre, la sua eclettica creatività è andata scemando – perché messa a dura prova da ristrettezze finanziarie e stringente confronto politico – e i «sopraggiunti impegni lavorativi e personali» gli «hanno reso sempre più difficile conciliare (…) vita privata e impegno politico-amministrativo». In questa fase, comunque, qualsiasi opportunità di lavoro nuova fa ben sperare, poiché significa che la ripresa economica tutto sommato s’avvicina.
Nonostante la gravosità del momento, dunque, l’ex vice sindaco non ha rinunciato a tirare fuori la mitica Olivetti 22, darci sotto e buttare giù quasi due paginette, su carta uso bollo (margini laterali ampi, interlinea doppia…). Nella missiva, tra l’altro, si legge che vorrebbe (suo il condizionale) ringraziare «tutti i colleghi assessori» e il «Presidente del consiglio e i consiglieri comunali tutti» mentre, perentorio, ringrazia «ancora i Dirigenti, i Capi Area e tutti i dipendenti comunali», dai quali sostiene di aver imparato qualcosa in questi 20 anni. Prima di concludere, con gli inequivocabili ossequi al sindaco attuale (per avergli «dato l’opportunità di rivivere un’esperienza, per me molto costruttiva, che ha contribuito in modo determinante alla mia crescita umana e politica»), l’ex amministratore esprime particolare gratitudine ai suoi candidati, sostenitori ed elettori («1499, assai e determinati per la riconferma») della lista Insieme per Firrarello sindaco del 2010. Il diplomatico avvertimento sull’importanza dei 1499 voti e i trascurati ringraziamenti a consiglieri e assessori rendono superfluo consultare incunaboli d’alchimia, per capire dove risiederebbero le “altre” motivazioni della travagliata uscita dal Palazzo.
A differenza di chi la Politica la pratica e non la chiacchiera, la lungimiranza nel segnalare che i suoi voti sono stati «assai e determinanti», però, l’ex vice sindaco (a dir suo politicamente cresciuto) non l’ha avuta in occasione di altre recenti frizioni nella storica coalizione di centro-destra; coerentemente, forse, il suo inconscio ego gli avrà inibito la stravagante audacia, facendogli intimamente prevalere corresponsabilità per fatti, parole, opere e omissioni.
Tutto ciò, ad ogni modo, vuol essere soltanto una critica politica – leale e proficua – che possa condurre ad una profonda introspezione l’aspirante candidato sindaco (con i “suoi” 1499 elettori). Magari partendo dall’assunto che, se lo riterrà utile per crescere politicamente un altro tantino, dovrebbe cominciare a tenere in debita considerazione le unità della sbandierata cifra elettorale, prendendo insegnamento, con francescana
umiltà, da quei 9 elettori randazzesi che, in epoca non assai lontana, hanno determinato
la vittoria di un candidato sindaco della loro città.
Lasciare completamente nell’oblio certi aspetti, dello sventolato ventennio, rischiava di sminuire la caratura del collega ex assessore, al quale va riconosciuto di avere ricoperto le cariche comunali con correttezza amministrativa, ma con una progettualità politica nettamente migliorabile.
Per il lavoro profuso dall’ex vice sindaco, nell’interesse della comunità brontese, nonostante la sua dimenticanza, tuttavia l’apprezzamento appare giusto rivolgerlo al primo cittadino in carica nel 1995, perché, pensando al monito di Sant’Agostino di «non adorare il sole, ma Colui che l’ha creato», in questo caso «non bisogna esser grati all’assessore,
ma a chi l’ha inventato».
Bronte, 12 febbraio 2014
Luigi Putrino
(Già assessore della precedente giunta
Firrarello, con deleghe a: Autoparco, Bilancio, Economato, Provveditorato,
Trasporto urbano, Tributi e Polizia municipale)