Eccolo il ricorso presentato dal Comune di Randazzo contro la cartella esattoriale quasi milionaria ( 964.336,23 euro per l’esattezza), notificata al Comune il 5 febbraio scorso da “Riscossione Sicilia Spa” per conto della Ragioneria territoriale dello Stato, per “il recupero delle somme anticipate per l’attuazione del piano di ricostruzione” dopo i terribili bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. Il sindaco, Michele Mangione, ha incaricato l’avvocato Dario Maria Dolei di Catania che, nell’esaminare le procedure di notifica effettuate negli anni, ha evidenziato più di un difetto. Nel ricorso, infatti, si evidenzia che “la cartella non sarebbe valida per intervenuta prescrizione”, perchè “la procedura di riscossione a mezzo ruolo è illegittima” e perchè “Le somme iscritte a titolo di interessi” sarebbero illegittime. L’avvocato Dolei, inoltre, evidenza come ci sia anche qualche vizio di forma nella notifica dell’atto. Insomma tanto basterebbe per salvare Randazzo dal pagare la cospicua cartella, che rischia di compromettere il bilancio comunale. Per questi motivi il legale del Comune ha chiesto al Tribunale civile di Catania, una “istanza di sospensione dell’esecuzione della cartella di pagamento e dell’ordinanza ingiunzione”. “Attendiamo con fiducia il pronunciamento del giudice, – dice ancora il sindaco Michele Mangione – Randazzo dopo i bombardamenti del 1943 non può subire anche questo torto”. Già perchè a tutti sembra assurdo che Randazzo, quasi rasa al suolo durante la seconda guerra mondiale, al punto che l’86 per cento delle abitazioni del centro urbano distrutte, abbia pagato e debba continuare a pagare la ricostruzione delle strade e delle piazze che sono state annientate dalle bombe. E questo solo perchè il Consiglio comunale nel 1949 assunse l’obbligo di rimborsare le somme che sarebbero state anticipate dallo Stato per la ricostruzione, ed a nulla servirono le richieste effettuate nel 1950 per ottenere gli stessi benefici concessi a Cassino esentato da ogni pagamento. Così il Genio civile allora suddivise la ricostruzione della cittadina in nove lotti. Sei di questi sono stati pagati negli anni a seguire, 3 no. E per questi 3 oggi lo Stato chiede conto e ragione. In questi 3 lotti sono inseriti le ricostruzioni delle vie Tagliamento, Salemi, Mattarella, Basile, IV Novembre, Vittorio Veneto, Portale, Archimede, Turati, Dei Magro, Lombardia e Papotto. In più le piazze Vagliasindi, XI Bersaglieri e Loreto. Tutta Randazzo spera adesso che il Tribunale accolga la citazione dell’avv. Dolei sospendendo l’efficacia della cartella e dichiari prescritto il credito. Gaetano Guidotto
QUEL TRAGICO 1943
Durante la seconda guerra mondiale, la strategica posizione geografica della cittadina etnea, “ponte” fra vulcano e Nebrodi, fece si che l’alto comando delle forze tedesche la scegliesse come roccaforte militare. Per questo Randazzo diventò teatro di un feroce scontro fra le truppe dell’Asse e quelle degli alleati anglo – americani. Dal 18 al 26 luglio entrarono in azione le fortezze volanti statunitensi, che, da un altezza di 3000 metri, bombardarono a tappeto il centro abitato. Molti anziani ricordano che il primo bombardamento fu preceduto dal lancio dagli aerei di volantini, scritti in italiano, che invitavano la gente ad evacuare il paese: dove vi è un soldato tedesco – vi era scritto – questo è un obiettivo militare. La città fu distrutta. I randazzesi del tempo la ricostruirono e i loro nipoti oggi rischiano pure di dover pagare le strade.
Gaetano Guidotto Fonte “La Sicilia” del 26-02-2014