Un reato già prescritto ancor prima della sentenza di primo grado. Il processo a carico dell’ex senatore del Pdl, Pino Firrarello, per la turbativa d’asta contestata nell’ambito dell’inchiesta sulle tangenti per la realizzazione del nuovo ospedale Garibaldi, non si doveva nemmeno incardinare. Il reato era già prescritto nel giugno del 2005. Lo hanno sancito i giudici della corte Suprema di Cassazione i quali hanno accolto il ricorso presentato dagli avvocati Isabella Giuffrida e Grazia Volo, per conto di Firrarello che puntava soprattutto ad annullare il rischio di un eventuale mega risarcimento del danno ( a favore dell’Azienda ospedaliera Garibaldi), roba di circa 600 mila euro ( più la rivalutazione di 15 anni, la durata del processo). Quello di Firrarello è stato l’unico ricorso accolto. Per gli altri imputati, la Suprema Corte, presieduta da Antonio Esposito ( il presidente del collegio che ha condannato in via definitiva Silvio Berlusconi per frode fiscale nel processo Mediaset ndr), ha rigettato i ricorsi ( o li ha ritenuti inammissibili), confermando le condanne di primo grado. Vale a dire quelle per l’imprenditore Giulio Romagnoli e per il dirigente della Cgp costruzioni, Mario Seminara, entrambi condannati a tre anni per turbativa d’asta; quella per Giuseppe Cicero (avvocato membro per la commissione per le anomalie nell’appalto del II lotto), condannato a un anno e sei mesi. Confermate, inoltre, le prescrizioni per Gaetana Piccolo, Valerio Infantino, Angelo Tirendi, Franco MAzzone, per i quali sono stati rigettati i ricorsi relativi ai risarcimenti o alla rifusione delle spese civili. Rigettato anche il ricorso della parte civile rappresentata dagli eredi di Francasco Messineo. Accolto, invece, quello dell’Azienda Garibaldi in ordine alle congruità dell’onorario del legale che la rappresentava. L’indagine relativa al nuovo ospedale “Garibaldi” è del 1997 e l’avvio del primo processo è del 9 novembre 2003. Pino Firrarello in primo grado era stato, condannato a due anni e mezzo per turbativa d’asta. L’inchiesta sulle tangenti all’ospedale Garibaldi prese le mosse da un indagine condotta dai carabinieri nata in parte anche sulla scorta delle dichiarazioni dell’allora presidente della Regione, Rino Nicolosi, che raccontò di avere ricevuto ottanta milioni delle vecchie lire in cambio del suo benestare per “l’aggiudicazione di una gara in favore dell’ “Iter Ravennate”
Carmen Greco Fonte “La Sicilia” del 28-02-2014