Per il dissequestro del suo furgone doveva pagare una multa di 840 euro. Lui ha ben pensato di apporre un timbro postale falso sul bollettino che i carabinieri gli avevano consegnato al momento della contestazione e si è recato in caserma. Adesso rischia di beccarsi fino a 3 anni di carcere per falsità in scrittura privata ed uso di atto falso. Parliamo di un operaio di 51 anni residente a Fiumefreddo. L’uomo nel maggio dello scorso anno è stato fermato dai carabinieri alla guida del suo Fiat Ducato privo di copertura assicurativa. I militari, ovviamente, hanno sequestrato il veicolo ed elevato una pesante sanzione amministrativa pari ad 840 euro. Pagare e mettersi in regola? Neanche per idea. L’uomo ha riprodotto al computer il timbro postale che viene impresso nella ricevuta al momento del pagamento e lo ha stampato sul bollettino della multa. Poi, dopo aver finalmente stipulato un regolare contratto di assicurazione, si è presentato in caserma a Randazzo. “Ho pagato tutto – ha dichiarato ai militari del Radiomobile della Compagnia di Randazzo – ed ho stipulato un nuovo contratto di assicurazione. Potete restituirmi il furgone”. I carabinieri, però, hanno notato qualcosa di strano ed hanno effettuato dei controlli, scoprendo che il timbro era falso. Decifrando i codici, che forse l’uomo ha in parte copiato da qualche altra ricevuta, è emerso che il pagamento sarebbe stato effettuato nell’ufficio di Calatabiano in un giorno in cui questo era addirittura chiuso. Inoltre il numero identificativo era inesistente. In pratica l’uomo stava tentando di truffare i carabinieri, cosicché ora, per riottenere il furgone, dovrà pagare la multa nel frattempo lievitata a 1680 euro.
Gaetano Guidotto Fonte “La Sicilia” del 01-03-2014