“Il carcere non è soltanto un luogo di detenzione, ma anche una piazza in cui è possibile realizzare affari. Lo dimostra chiaramente quanto emerso nel corso dell’operazione antidroga portata a compimento da questo comando e dalla compagnia di Randazzo sotto le direttive della Direzione distrettuale antimafia”. A parlare è il colonnello Alessandro Casarsa, comandante provinciale dell’Arma dei carabinieri, che ieri ha presieduto la conferenza stampa in cui sono stati illustrati i dettagli del blitz che ha fatto luce su un traffico di cocaina e marijuana fra la Calabria e Randazzo e che ha portato in manette quindici persone (c’è pure un latitante). “Due dei soggetti arrestati, un calabrese e un siciliano – ha spiegato Casarsa – hanno soggiornato contemporaneamente nello stesso istituto di pena. I due hanno stretto amicizia ed hanno avviato questa sorta di collaborazione che ha permesso a un gruppo di Randazzo, per un lungo periodo, di approvvigionarsi di droga direttamente nella Locride. Per loro sfortuna i carabinieri, che fuori dal centro cittadino seguono la stragrande maggioranza dei fatti di cronaca, hanno imboccato la pista giusta e adesso hanno presentato loro il conto”. Il comandante ha tenuto a sottolineare anche il concetto di “Catania città metropolitana”: “Non tutti i traffici illeciti si sviluppano all’interno del perimetro cittadino; Catania ha una cintura di piccoli e grandi centri in cui si prova – e si riesce – a mutuare i fenomeni criminali che vanno per la maggiore nel capoluogo. E’ vero che per lo spaccio alcune zone delle città vanno fortissimo e sono visitate da “forestieri”, ma è anche vero che in tanti sono attrezzati per garantire un’offerta a chi fino in città non vuole arrivare. Concetto Mannisi Fonte “La Sicilia” del 12-03-2014
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