Giovani campioni crescono. Giovanni Petrullo, classe 1996, è un fuoriclasse in erba. Figlio d’arte, ha ereditato dal padre Egidio, fantasista e bandiera del Randazzo, lo stile innato. Giovanni, accompagnato e assistito dall’agente Uefa, avv. Francesca Grigorio, è stato in prova una settimana a disposizione del direttore del settore giovanile rosanero Rosario Argento che, soddisfatto in pieno delle doti del ragazzo, d’accordo con Giovanni Tedesco, responsabile del settore giovanile del Palermo, l’ha voluto rivedere. Ritornato a Palermo per un’altra settimana, il ragazzo randazzese ha convinto tutti, per il suo modo di stare in campo, senza provare alcuna emozione. Superata la prova con pieno merito, Giovanni Petrullo è stato inserito subito nei ranghi delle formazioni giovanili rosanero, dove, verosimilmente sarà impiegato con la squadra Allievi rosanero. Ai due selezionatori del Palermo, Giovanni è piaciuto non solo per la visione di gioco, il talento e il fisico mostrato dal ragazzo che ricorda l’ex fantasista rosanero Javier Pastore, ma anche e soprattutto per il modo di tirare le punizioni, che calcia, come è ormai noto sotto le falde dell’Etna, alla Francesco Lodi. Basti pensare che Giovanni, nel suo campionato nelle giovanili dell’Acireale, la scorsa stagione, ha realizzato 28 gol su trenta partite, dei quali ben dieci su punizione. Giovanni Petrullo, figlio di Egidio, allenatore del Randazzo che recentemente è stato premiato dall’Aiac per la conquista della promozione in Prima Categoria, e dell’avv. Giusi Sindoni, è il primo di tre figli, nato prima di Carola e Tommaso, 5 anni, altro campioncino in erba, destinato a seguire le orme del papà e del fratello, Giovanni, che era iscritto al secondo anno del liceo Classico di Randazzo, si è trasferito all’Istituto Platone di Palermo, dove continuerà gli studi. “So bene – afferma il giovane – che per sfondare nel calcio si devono fare enormi sacrifici. Io sono pronto a sostenerli, ma, nel frattempo, non perderò di vista gli studi, che dovranno essere il primo traguardo del mio futuro. Mi auguro di non sentire troppo la lontananza dei miei genitori e dei miei fratelli, anche se penso che sarà difficile. Non nascondo che mi piacerebbe diventare un calciatore professionista”. E noi glielo auguriamo di vero cuore.
(F.A. fonte “La Sicilia” del 02-01-2010)