Adesso sì che il versante nord dell’Etna da Bronte fino a Linguaglossa potrà raccontare la sua storia attraverso i musei. Merito della Società Consortile Taormina Etna a r. l., rappresentata da Salvatore Spartà, che dopo aver presentato all’assessorato regionale ai Beni culturali il progetto dal titolo “I musei dell’identità storica etnea”, ha ottenuto un finanziamento con fondi europei di 2 milioni e 482 mila euro per realizzare e promuovere 4 musei. Con 633 mila 726 euro, infatti, si potrà recuperare l’ex mattatoio di Maletto da adibire a museo civico. Con circa 350mila euro, a Linguaglossa si realizzerà il “Museo di Francesco Messina per esposizione Incorpora”. A Randazzo si dovrà completare il “Museo dei pupi siciliani” con 426mila 254 euro ed a Bronte, nel Castello Nelson, si dovrà riqualificare e valorizzare il Museo di scultura all’aperto e realizzare l’illuminazione con ben 689mila 727 euro. Infine, con 382mila e 712 euro si potrà anche promuovere l’intera rete museale. «Un progetto – ci dice Spartà – che mira a valorizzare il territorio dal punto di visto culturale e turistico. Abbiamo partecipato al bando a valere sui fondi europei consci della possibilità di realizzare nell’intero territorio qualcosa di importante. È fondamentale il finanziamento che ci permetterà di promuovere adeguatamente i musei e di conseguenza la cultura del territorio». E che la società Taormina Etna non perda tempo, lo dimostra il fatto che i lavori di ristrutturazione del “Museo Incorpora” sono già stati consegnati. Il finanziamento riguarda il ripristino delle opere edili, dell’arredamento e dell’impiantistica del museo che sarà realizzato nella parte retrostante la “Casa del fascio”, concessa appositamente dal Comune di Linguaglossa. All’interno verranno poste le opere del maestro Salvatore Incorpora: pitture, sculture disegni e presepi, rappresentative dell’intero ampio arco temporale di circa 50 anni nel quale ha operato Incorpora. A Bronte, invece, si realizzerà una funzionale illuminazione artistica, che metta il risalto e valorizzi le opere in pietra lavica attorno l’imponente fabbricato. A Maletto si dovrà dare una sede degna ai ritrovamenti archeologici provenienti dagli scavi compiuti nel territorio dal 1987 ed infine a Randazzo si allestirà uno spazio espositivo con una ricca collezione dei pupi siciliani.
L. S. Fonte “La Sicilia” del 17-04-2014