Adesso non ci sono più dubbi. I cani trovati morti per le strade di Randazzo ed analizzati sono stati tutti avvelenati. Il Servizio veterinario del distretto di Bronte dell’Asp 3, guidato dal dottor Giuseppe Galvagno, ha comunicato al sindaco, Michele Mangione, l’esito degli esami autoptici effettuati sulle carcasse. Alla fine il verdetto è stato uguale per tutti. «Purtroppo sì – afferma il dottor Galvagno – tutti i cani sottoposti ad esami sono morti avvelenati per aver ingerito organi fosforici ovvero antiparassitari utilizzati dagli agricoltori per irrorare le piante. Si tratta di prodotti che si trovano facilmente in commercio ma che possono essere acquistati solo dagli agricoltori in possesso di un tesserino rilasciato dalla Condotta agraria». Un aspetto importante che restringe il campo sui possibili sospettati, anche se il dottor Giuseppe Galvagno spegne subito ogni entusiasmo: «Sono in moltissimi ad essere in possesso di questo tesserino – dice – più di quanto immaginiate». «Abbiamo fatto analizzare – aggiunge il dottor Nicola Scaccia del servizio veterinario dell’Asp – le carcasse di tre cani. Sotto osservazione anche due bocconi sospetti, il cui esito, però, deve ancora essere comunicato. Il nostro lavoro in teoria finisce qui, anche se rimaniamo a disposizione del Comune chiamato adesso ad effettuare le operazioni di bonifica». E, secondo le informazioni acquisite, sembrerebbe che adesso il Comune, oltre a provvedere ad effettuare della indagini nel tentativo di individuare l’untore, debba far bonificare le aree dove sono stati trovati i cani e soprattutto tabellare le zone, avvertendo che in quella zona ci possono essere per terra bocconi avvelenati. Non proprio il massimo in un territorio che introduce ai Parchi dell’Etna e dei Nebrodi, ma è un obbligo: «Farò affiggere i cartelli – precisa il sindaco – e subito dopo Pasqua valuterò anche la possibilità di attivare temporaneamente il servizio accalappiacani, per allontanare i randagi dal territorio. A parer mio, però, questa è la soluzione peggiore. Per limitare il proliferare di cani sarebbe meglio sterilizzarli». E del fenomeno legato all’avvelenamento dei cani se ne occuperà anche la Prefettura di Catania: «Siamo stati convocati il 7 maggio – afferma Mangione – insieme ad altri Comuni in cui si è verificato lo stesso fenomeno. Ovviamente non mancherò. Al Prefetto ho scritto una lettera quando il fenomeno a Randazzo è diventato preoccupante. Forse avrà contribuito alla costituzione del tavolo prefettizio». Intanto, la mattanza continua. Mercoledì sera, alle 18 circa, un altro cane è stato rinvenuto morto sulla strada provinciale “Boccadorzo”. A trovarlo è stato Marco Raineri, il quale ha pubblicato su Facebook la fotografia del povero animale deceduto, scatenando una serie di commenti. «Poi ho saputo – dice Marco – che qualcuno è venuto a prelevare la carcassa. Circola voce che forse non è stato avvelenato, ma investito da un’auto. Comunque, mi domando: chi lo ha investito, non avrebbe dovuto soccorrerlo chiamando chi di competenza? ».
Gaetano Guidotto Fonte “La Sicilia” del 19-04-2014