Etna patrimonio dell’Unesco e, come tutti i vulcani, capace di esercitare grande fascino e di attirare l’attenzione di docenti accademici e scrittori come Lina Scalisi che, dopo aver scritto numerosi saggi sulla storia della Sicilia e sulla storia di Catania e dei Moncada, nel saggio «Per riparar l’incendio» ha raccontato la gestione delle catastrofi di origine vulcanica del ‘600, mettendo in relazione l’Etna con il Vesuvio e con il vulcano peruviano Huaynaputina. E ieri il Rotary Club «Aetna Nord-Ovest» di Bronte, presieduto dal dott. Giuseppe Galvagno, nel giorno in cui ha accolto fra i propri soci il dott. Piero Martello, presidente del Tribunale del Lavoro di Milano, ha presentato il volume alla presenza di illustri ospiti fra cui il sindaco Pino Firrarello e Grazia Emanuele, dirigente scolastica dell’Istituto Capizzi. Illuminanti le relazioni del professor Santo Burgio e del vulcanologo Salvo Caffo, presentati dalla professoressa Pina Travagliante, e interessanti le immagini del libro descritte da Gianluca Vecchio. La Scalisi, nel suo libro, studia le eruzioni, mettendo insieme informazioni di natura storica, sociologica e scientifica, ed evidenzia la loro violenza, allo scopo, dice in conclusione del volume, di offrire ai politici e agli addetti alla protezione civile uno strumento ulteriore per affrontare al meglio le emergenze, anche grazie alle esperienze acquisite in altre epoche. Evidenzia in maniera chiara la religiosità dei popoli che, per fronteggiare la travolgente potenza dei vulcani, contrappongono la loro fede, comune sia in Sicilia, in Campania e anche in Perù. Le processioni con statue della Madonna (Nuestra Señora de la Consolación) in Perù e reliquie dei santi (Agata e Gennaro) in Sicilia e Campania sono la testimonianza come il sacro domini le scene, e come il «sacro velo» di Sant’Agata, diventi «talismano contro cui il fuoco non poteva/doveva trionfare. L’arrestarsi delle lave convinse la moltitudine che ancora una volta la pietas della giovane martire aveva negoziato il perdono divino».
Fonte “La Sicilia” del 25-05-2014