Recrudescenza vera del fenomeno dell’avvelenamento dei cani. E non solo quelli randagi, ma anche quelli rinchiusi nei recinti delle proprietà private. Dopo che il fenomeno è esploso diverse settimane fa, al punto da costringere diversi randazzesi a organizzare un corteo di protesta, negli ultimi giorni almeno altri 3 cani sono stati ritrovati morti. Uno nella centrale via Umberto, altri 2 in campagna all’interno della proprietà di Vincenzo Sgroi che racconta: “Avevo un corso e un pastore tedesco – afferma – li tenevo in campagna in contrada Sant’Elia, all’interno di un recinto. Non potevano uscire, né fare male ad alcuno. Qualche giorno fa quando, come quotidianamente, sono andato a trovarli, all’arrivo non li ho sentiti abbaiare e già mi sono insospettito. Erano entrambi morti e attaccati alla rete c’erano brandelli di carne. Ieri l’altro continua assieme ad altri ho inoltre soccorso una cagnetta in via Umberto, ma è stato inutile”. Sconfortato il sindaco Mangione: “A questo punto – afferma – decade l’ipotesi che si tratti di qualcuno che voglia eliminare solo i cani randagi. Qui c’è chi si diverte ad ucciderli. Noi abbiamo fatto quanto stabilito in Prefettura, compreso la tabellazione delle aree dove sono stati trovati i bocconi. Certo vi rendete conto che fare attività di bonifica e controlli in tutto il territorio è difficilissimo”. Intanto la gara del Comune per affidare il servizio di accalappiacani è andata deserta.
Gaetano Guidotto Fonte “La Sicilia” del 06-06-2014