Il decreto regionale prevede la chiusura del punto nascite dell’Ospedale Castiglione Prestianni di Bronte, ed il sindaco della Città del pistacchio, Pino Firrarello scrive all’assessore regionale Massimo Russo e per conoscenza al commissario dell’Asp 3 Gaetano Sirna: “Intendo – si legge nella missiva – manifestarle la mia preoccupazione per la chiusura del punto nascita dell’ospedale di Bronte, prevista dal decreto pubblicato sulla Gazzetta ufficiale della Regione Siciliana del 5/1/2012. Non discuto la scelta del parametro dei 500 parti nell’ultimo anno, che considero un numero equo per l’organizzazione di un sistema ospedaliero funzionale. Il bacino di utenza dell’ospedale di Bronte comprende i Comuni di Bronte, Maletto,Randazzo in Provincia di Catania e S. Domenica Vittoria, Cesarò , S. Teodoro in Provincia di Messina per un totale di 50.000 abitanti collocati in un territorio montano che va da 800 a1000 metri di altitudine tra l’Etna e i Nebrodi. La circostanza che l’Ospedale di Bronte sia annoverabile tra gli unici ospedali alto montani della Sicilia, reputo che non sia stata, opportunamente, valutata”. Poi Firrarello sottolinea come il reparto di Ostetricia di Bronte abbia operato benissimo ed ottenuto numeri lusinghieri nonostante le tante difficoltà che attanagliano la struttura ospedaliera ed i suoi servizi. “I 347 parti – infatti ribadisce – che il punto nascita ha raggiunto durante il 2011 è un numero altissimo, ove si considerino le difficili condizioni in cui il reparto ha dovuto operare. Infatti la divisione di ostetricia è priva di primario da ormai cinque anni, ha un numero di medici ed ostetriche ridotto ed una ginecologia insufficiente. Tali circostanze in presenza di un servizio che, complessivamente, riesce a soddisfare la domanda degli utenti di un vasto territorio piuttosto che essere soppresso avrebbe dovuto essere potenziato . Intendo altresì precisare che fino a quando il reparto non ha registrato le carenze di personale sopra indicate il parametro dei 500 parti l’anno era abbondantemente superato. L’ospedale di Bronte è peraltro da molti anni un cantiere di lavoro per un progetto di ampliamento e ristrutturazione per somme rilevanti. La lentezza con i quali procedono i lavori non hanno trovato alcuna legittima spiegazione e la parola fine sembra allo stato attuale una chimera. In tali difficili condizioni il personale ha sempre operato con grande abnegazione, superando ogni difficoltà pur di dare una adeguata assistenza alla popolazione. In questi anni non sono mai mancate le mie sollecitazioni, anche scritte ai responsabili dell’ASP della Provincia di Catania nelle persone dei dott.ri Scavone, Calaciura e Sirna. Da uomo delle istituzioni, quale ritengo di essere, mi sono adoperato assieme ad altri per realizzare un piccolo ospedale capace di dare un servizio ottimale ad una popolazione che ha evitato di intasare gli ospedali della città. I 110 posti dell’Ospedale di Bronte garantivano una adeguata funzionalità a fronte di costi di gestione sufficientemente contenuti”. Infine Firrarello conclude: “Mi permetto di aggiungere che sarebbe molto opportuno rivedere la scelta politica della soppressione degli ospedali di comunità che hanno una grande funzione non solo sociale, ma anche economica sul piano del contenimento dei costi”.
L’addetto stampa Gaetano Guidotto