Cesarò-San Teodoro. Sono arrivate nel primo pomeriggio di ieri le salme di Silvestro Cerro, 57 anni, Salvatore Cristaudo 46 anni di Cesarò e di Giuseppe Leanza 45 anni di San Teodoro, gli sfortunati lavoratori della ditta “Covir”, Costruzioni Virzì, di Calogero Virzì (scampato miracolosamente) e famiglia, che hanno perso la vita lunedì scorso sull’autostrada Catania Siracusa travolti da un Tir impazzito. Ad accoglierli alla villa comunale di Cesarò, fra un prolungato scrosciare di mani e lacrime che scivolavano sui volti, una grande folla in rappresentanza dei due comuni. Due comunità che adesso sono ancora più “vicine” perché unite dallo stesso dolore, un dolore grande ed inenarrabile. In prima fila i sindaci di Cesarò, Salvatore Calì, e di San Teodoro, Salvatore Agliozzo, i due parroci Nunzio Vasta, Cesarò, e Gino Fichera, San Teodoro. Il comandante dei carabinieri della locale Stazione, Giuseppe Porto, e gli agenti del Corpo forestale di Cesarò. E poi tanta ma tanta gente. Le salme dopo la benedizione sono state accompagnate nei rispettivi domicili. Una preghiera particolare è stata levata per Antonino Spadaro, ricoverato al Cannizzaro di Catania, dove in questi giorni è stato sottoposto a diversi e delicati interventi alle gambe, e per il quale ancora i medici non hanno sciolto la prognosi. Il più commosso e amareggiato era proprio Calogero Virzì, l’unico che è uscito indenne da questa tragedia e che non riesce a darsi pace. Continua a ripetere di non aver potuto fare nulla per salvare Salvatore Cristaudo, suo cognato, e Silvestro Cerro e Giuseppe Leanza. La sua squadra, la Covir, la ditta messa su con tanti sacrifici che adesso non c’è più. Spazzata via in cinque minuti come un fuscello. Garantiva da 30 anni lavoro a Cerro, il più anziano e ormai prossimo alla pensione, a suo cognato Salvatore e a Giuseppe Leanza. E da qualche anno si era aggiunto anche Antonino Spadaro. Più che una ditta era una famiglia. Una grande e bella famiglia. «Erano quasi le cinque del pomeriggio – ricostruisce quei terribili momenti Calogero Virzì, fra singhiozzi continui – dovevamo pulire gli scivoli dell’acqua in quel tratto di strada per permettere che questa scivolasse meglio senza giacere sull’asfalto, questione di un quarto d’ora, e poi avremmo fatto ritorno alle nostre case. I ragazzi erano scesi dal camioncino da un paio di minuti per effettuare gli interventi, mentre io ero alla guida con i segnalatori visivi accesi come si usa in questi casi. Quando, guardando nello specchietto retrovisore, vedo un camion che marciava diritto sulla corsia di emergenza dove c’eravamo noi. Mi sono visto morire. Ho cercato in tutti i modi di attirare l’attenzione dei miei compagni di lavoro che erano a terra. È stata una questione di attimi ed ecco che il grosso automezzo rovina contro il camioncino spingendolo per decine di metri sull’asfalto e, insieme ad esso, anche i miei ragazzi che sono rimasti sotto il Tir. È stato agghiacciante. Una visione veramente terrificante… Una scena che non dimenticherò mai. Chiedevano aiuto e non potevo fare nulla. Erano la mia famiglia ed adesso non ci sono più». Oggi, giornata di lutto cittadino (a San Teodoro anche ieri pomeriggio) verranno celebrati i funerali delle tre vittime. A San Teodoro, alle 11 nella Chiesa Maria SS. Annunziata quelli di Giuseppe Leanza mentre a Cesarò, alle ore 15,30 nella Chiesa Maria SS. Assunta, si svolgerà la cerimonia funebre per Silvestro Cerro e Salvatore Cristaudo.
Giuseppe Leanza Fonte “La Sicilia” del 16-10-2014