Non si piegano la Confcommercio e l’Associazione antiracket ed antiusura Carlo Alberto Dalla Chiesa. Dopo l’attentato che ha danneggiato parte della Ford C Max di Daniele Sindoni, commerciante di Randazzo e presidente dell’associazione antiracket, il coordinatore provinciale delle associazioni contro il racket del “Sistema Confcommercio Imprese per l’Italia di Catania”, Claudio Risicato, solidarizza con Sindoni e lancia l’allarme: “Desidero esprimere totale vicinanza e solidarietà all’amico Daniele Sindoni, dirigente Confcommercio, al quale mercoledì notte della scorsa settimana hanno incendiato la propria autovettura con gesto vile e fortemente intimidatorio. «Nei mesi scorsi – continua – si erano registrati episodi di minacce, furti e danneggiamenti nei confronti di un altro dirigente Confcommercio impegnato sul fronte antiracket ed antiusura a tutela della libertà di impresa». Per Risicato è il momento di reagire e non abbassare la guardia: “La misura adesso è colma – continua – Sappiano le organizzazioni mafiose che non ci lasceremo intimidire, anzi, tali eventi delittuosi sono il segnale e la conferma che la nostra azione a favore della libertà di impresa viene ritenuta da loro incisiva e fastidiosa. Pertanto – ribadisce – invitiamo a tutti i livelli della Confcommercio ad esperire ogni iniziativa necessaria nei confronti delle preposte autorità locali e nazionali atte evitare pericolose sottovalutazioni, garantendo la libertà di azione di chi quotidianamente ed in maniera gratuita contrasta l’arroganza mafiosa che condiziona, purtroppo, la crescita economica e sociale della nostra isola”. Sull’episodio stanno indagando i carabinieri di Randazzo, e Risicato che ha un sospetto: “Si sappia che Sindoni – spiega – prima dell’attentato stava concordando con l’attuale Amministrazione comunale di Randazzo l’approvazione di un regolamento che esenti per anni dal far pagare le tasse locali a tutti coloro che denunciano il racket. Evidentemente – conclude – a qualcuno questa idea non è piaciuta”. Neanche Sindoni si arrende: “Continuerò – ci dice – a sostenere questa proposta. Non ci arrenderemo perché crediamo nel valore del nostro lavoro. Certo – conclude – io e lamia famiglia abbiamo perso la serenità, ma non smetteremo di batterci per la legalità a fianco dei colleghi in difficoltà”.
L. S. Fonte “La Sicilia” del 08-11-2014