La Corte d’Appello di Catania, a seguito del pronunciamento della Corte di Cassazione, rivede la propria decisione e quattro brontesi arrestati nell’operazione «Tunnel», dopo aver respirato per 7 anni l’aria della libertà, sono tornati in carcere. Si tratta di Claudio Reale di 39 anni, Antonino Sciacca di 63, Signorino Sciacca di 35 e Antonino Triscari di 36. Tutti di Bronte, sono già stati trasferiti nel carcere circondariale di «Bicocca» a Catania. Dovranno scontare, Reale e Triscari 12 anni di reclusione e 3 anni di libertà vigilata, Antonino Sciacca 4 mesi e 26 giorni di reclusione e Signorino Sciacca 5 anni e 26 giorni di carcere. La loro storia risale a 10 anni fa, esattamente al febbraio 2004, quando furono arrestati insieme con Francesco Montagno Bozzone, Salvatore Catania e altri 14 soggetti all’interno dell’operazione denominata «Tunnel» che inferse un duro colpo alla cosiddetta «Mafia dei Nebrodi», mettendo in luce tutte le operazioni del clan affiliati alla famiglia mafiosa dei Carcagnusi che proprio su Montagno e Catania facevano riferimento per le operazioni illecite nel nord Etna e sui Nebrodi. Era questo il confine del clan che operava fino a Randazzo, facendo estorsioni, trafficando di armi e spacciando sostanze stupefacenti. A questo clan ai tempi era stato pure imputato l’omicidio di Bruno Sanfilippo Pulici del 3 giugno 2001 avvenuto a Maniace e gli agguati contro Alessandro Franco del 30 ottobre del 2000 e di Giuseppe Gullotti che, a causa delle gravi ferite riportate, rimase invalido. Nel 2004 gli investigatori, che nel frattempo avevano racimolato prove a sufficienza, intuendo che la faida che stava insanguinando Bronte, Maniace, Cesarò e San Teodoro poteva provocare altri fatti di sangue, intervennero duramente con l’operazione «Tunnel» emettendo i provvedimenti di fermo per tutta la cosca. Reale, Triscari e i due Sciacca, a vario titolo, nel 2005 furono condannati dal Gip Santino Mirabella con il rito abbreviato, ma nel 2007 la Corte di appello del Tribunale di Catania ritenne inammissibili le intercettazioni ambientali sulle quali poggiava l’impianto accusatorio e tutti e 4 furono assolti. Oggi però la Suprema Corte ha chiesto di rivedere il giudizio e la stessa Corte d’appello si è espressa per la condanna. E così i Cc del Nucleo operativo e Radiomobile di Randazzo li hanno riportati in carcere.
T. P. Fonte “La Sicilia” del 22-11-2014