Il fiume Simeto sabato è esondato ancora, allagando per l’ennesima volta i frutteti di Bronte di contrada Barbaro. Questa volta però nessun agricoltore ha rischiato di essere sorpreso dalla piena e gli allevatori hanno avuto il tempo di portar via le mandrie dal guado del fiume. Finalmente, infatti, è arrivata in tempo la comunicazione che la diga Ancipa stava per aprire le paratie, scaricando acqua nel torrente Troina che confluisce nel Simeto appena prima dei frutteti di Bronte. “Proprio così – afferma l’assessore alla Protezione civile del Comune, Nunzio Saitta – Ad essere avvertito è stato il sindaco Pino Firrarello che mi ha avvisato. Al sindaco è stato detto che fra un’ora la diga avrebbe scaricato 5 metri cubi di acqua al secondo nel torrente Troina. Noi ci siamo mossi immediatamente”. E infatti, ricevuta la comunicazione, è partita una imponente operazione di Protezione civile. Due pattuglie della Polizia municipale si sono immediatamente recate sulla riva orientale del fiume avvisando i residenti e controllando se nelle aziende ci fossero agricoltori. Ma non solo, i proprietari dei terreni sono stati avvisati per telefono e la polizia municipale con i megafoni ha avvisato che era necessario sgomberare l’area. Sul posto è arrivato anche Angelo Spitaleri della Protezione civile del Comune che si è assicurato che tutti avessero ricevuto il messaggio. E così gli agricoltori che stavano lavorando nei frutteti nel tentativo di recuperare quello che la piena dei giorni scorsi aveva distrutto, hanno lasciato l’alveo del fiume e gli allevatori hanno riportato gli animali nei recinti, aspettando l’arrivo della piena. Attimi di trepidazione, poi l’onda con la sua irruenza è arrivata, allagando nuovamente tutto. Ovviamente questa volta i danni sono stati limitati, ormai c’era poco da portar via, ma alcuni agricoltori che hanno trovato in un frutteto la carcassa di un’altra mucca. Ma si tratta di un animale annegato sicuramente il 18 marzo scorso. Per gli agricoltori quanto accaduto è la prova che certamente la diga aumenta rovinosamente la portata di un fiume che ormai ha rotto gli argini e, se non si interviene con lavori di regimentazione, quando piove si trasforma in un vero e proprio lago annientando buona parte dell’economia della frutta fresca, fiore all’occhiello dell’agricoltura brontese. Fonte “La Sicilia” del 30-03-2015