Questa volta è proprio il caso di dire che “se la son presa anche con la Chiesa”. Un romeno di 30 anni, residente a Ravenna, è riuscito con un raggiro a truffare una suora di 64 anni dell’Istituto delle Ancelle missionarie di Cristo di Bronte, facendosi versare su una carta “postepay” una discreta somma di denaro. Tutto è cominciato quando l’uomo ha telefonato in istituto spacciandosi per il direttore dell’ufficio postale. Evidentemente era a conoscenza che la suora aveva in corso una pratica che non riusciva a sbloccare. E qui è scattata la truffa. L’uomo ha assicurato la risoluzione della pratica, previo il versamento di un centinaio di euro nella postepay. Una sorta di tassa dovuta per l’avvio della procedura che avrebbe risolto ogni problema. La suora ignara ha creduto alle parole del suo interlocutore e ha eseguito con scrupolo le indicazioni fornite. Quando però ha capito di essere stata raggirata, non ha avuto dubbi e ha fatto la cosa più giusta: si è recata nella locale stazione dei carabinieri e ha sporto denuncia. I militari dell’Arma di Bronte hanno cominciato le indagini, scoprendo che la “postepay”, dove era stato effettuato il pagamento, risultava intestata a un signore che molto tempo prima aveva denunciato di aver smarrito la carta di identità. Verificata la sua estraneità ai fatti, i carabinieri sono andati alla ricerca del vero truffatore, riuscendo dopo alcuni mesi di indagini, attraverso i controlli dei tabulati telefonici e di altre documentazioni, a risalire alla sua vera identità. Denunciato all’autorità giudiziaria adesso dovrà difendersi dall’accusa di truffa. R.P. Fonte “La Sicilia” del 10-04-2015