I piloni inclinati sulla A 19 Catania Palermo non soltanto hanno spaccato in due la Sicilia, ma hanno evidenziato la carente rete stradale siciliana, non in grado di consentire un adeguato percorso alternativo. I percorsi di parecchie strade statali siciliane, infatti, sono da terzo mondo, ancora disegnate sui tracciati borbonici e piene di curve e buche. E fra queste anche il tratto della Ss 120 Randazzo Fiumefreddo, ovvero la strada che dovrebbe unire il mare alla montagna, la costa con il Parco dell’Etna. Una strada come questa dovrebbe rappresentare il volano per lo sviluppo, invece nei 30 chilometri che separano Randazzo dallo svincolo autostradale di Fiumefreddo conta ben 153 curve o cambi di direzioni, attraversa 2 Comuni e tre frazioni, poche volte consente il sorpasso ed è attraversata per 5 volte dalla ferrovia Circumetnea. Guai quindi a viaggiare nella stessa direzione del treno: i passaggi a livello si trovano tutti chiusi. In molti pensano che una strada così nel nord Italia sarebbe stata rifatta nuova da tempo, noi ci limitano a dire che del suo possibile ammodernamento si parla da più di un decennio senza che ancora sia stato presentato dall’Anas il progetto. Eppure il Comune di Randazzo con Anas ha sottoscritto una convenzione, dove il Comune ha ceduto ben 500mila euro per consentire all’Ente delle strade di redigere il progetto, su cui per un po’ abbiamo avuto notizie per poi perdere stranamente le tracce. Neanche il sindaco di Randazzo, Michele Mangione, nonostante i soldi sborsasti dal suo Comune fino a ieri aveva notizie. Poi però ieri sera dopo aver egli stesso mostrato la propria amarezza per il silenzio e preannunciato azioni di lotta, dice: «Proprio adesso l’Anas si è messa in contatto con me. Mi hanno assicurato che domani ci sarà un incontro su questa strada e che presto ci sarà la presentazione del progetto». È giusto non dubitare, ma anche 6 mesi fa Anas a Mangione avevano assicurato più o meno la stessa cosa.
G. G. Fonte “La Sicilia” del 16-04-2015