Ci vorranno ancora 5 anni per sapere se Randazzo dovrà pagare la megacartella esattoriale di ben 964.336,23 euro inviata dallo Stato per “il recupero delle somme anticipate per l’attuazione del piano di ricostruzione” della cittadina dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale. La prima sezione civile del Tribunale di Catania, infatti, dopo aver ascoltato la difesa del Comune e le tesi dei legali del ministero dell’Economia e delle Finanze che pretende il pagamento, ha rinviato l’udienza al 15 dicembre del 2020. In quella data ha già annunciato che formulerà il pronunciamento. Nel frattempo però, è questo per il Comune rappresenta già una piccola vittoria, ha sospeso l’efficacia esecutiva della cartella esattoriale evitando per il momento al sindaco Michele Mangione di cercare le somme. “Spero – afferma Mangione – che questo rinvio sia precursore di un esito positivo della ormai nota vicenda. Questa storia presenta evidenti contraddizioni. Voglio ricordare che Randazzo è stata decorata della medaglia d’argento al merito civile perché durante la guerra fu sottoposta per 31 giorni a bombardamenti durissimi che provocarono vittime e distrussero l’abitato. Pensate che Randazzo fu definita la Cassino di Sicilia. Paradossalmente adesso – conclude il primo cittadino – dovremmo pagare una somma esosa che peraltro non possediamo”. E il contraddittorio fra le parti in Tribunale è stato duro. Il Comune, rappresentato dall’avv. Dario Maria Dolei, ha ribadito come non solo moralmente, ma anche giuridicamente il Comune non debba pagare, evidenziando difetti e lacune. Per i legali del ministero dell’Economia e delle Finanze invece la bolletta va pagata. Alla fine il giudice preso atto di “tutte le eccezioni, difese, deduzioni ed istanze” ha rinviato l’udienza. Per molti, 5 anni per un giudizio sono tantissimi, ma bisogna accettare la decisione. Ricordiamo che il debito nei confronti dello Stato italiano, scaturisce dal parziale mancato rimborso di un mutuo contratto subito dopo la guerra da parte dello stesso Comune per ottenere la necessaria liquidità onde far fronte alla ricostruzione. In pratica nel 1949 il Consiglio comunale si assunse l’obbligo di rimborsare le somme che sarebbero state anticipate dallo Stato. Sei rate del debito sono stati pagati, tre no e il 30 gennaio dello scorso anno al Comune arrivò la cartella esattoriale.
Gaetano Guidotto Fonte “La Sicilia” del 07-06-2015