“La decisione di sopprimere il Punto nascita dell’ospedale di Bronte il Ministero della Salute la ha assunta anni prima che io decidessi di candidarmi a sindaco. L’ultima lettera, quella definitiva quando ormai tutto era deciso è arrivata il 6 giugno. Adesso tornare indietro è molto difficile. Tuttavia continueremo a batterci per quello che considero un nostro diritto, forte del sostegno che ci proviene dall’assessore regionale Lucia Borsellino che è pronta a venire a Bronte ed a potenziare i servizi che l’ospedale può offrire nel rispetto dei dettami ministeriali, migliorando e velocizzando i collegamenti con le strutture ospedaliere più attrezzate”. E’ in sintesi la dichiarazione a caldo del sindaco di Bronte, Graziano Calanna, alla fine del vertice con l’assessore regionale cui hanno partecipato il presidente della Commissione Sanità, Giuseppe Di Giacomo e l’onorevole Anthony Barbagallo. “I fatti stanno così. – ha continuato il sindaco – neanche l’isola di Lipari, con tutte le difficoltà che si porta dietro, è stata salvata. La Borsellino del resto mi ha confermato di condividere tutte le nostre perplessità sui disagi che la soppressione del servizio comporterebbe nel territorio montano di Bronte, come condivide la nostra legittima contestazione sul metodo di scelta: non si può mettere in competizione un reparto con un organico al 50%. Per questo l’assessore è pronto a venire a Bronte per potenziare i servizi dell’ospedale, cominciando proprio da quelli che deve garantire alle mamme durante le 38 settimane di gravidanza”. In pratica secondo quanto ha spiegato l’assessore al neo sindaco, vista la difficoltà a tenere aperto il punto nascita, l’assessorato regionale alla Sanità è pronto a lasciare attivo il reparto di Ostetricia e ginecologia dell’ospedale di Bronte, potenziandone i servizi necessari per garantire adeguata assistenza nel periodo della gravidanza. Arrivato il momento di nascere sarà lo stesso ospedale di Bronte a trasferire, accompagnate da un medico, le future mamme in un centro dell’Asp attrezzato per affrontare ogni tipo di emergenza. Un servizio totalmente dedicato, insomma, in grado anche di affrontare le urgenze. “A me piace l’idea che si pensi alla sicurezza delle mamme, garantendo loro ogni sorta di assistenza sanitaria, – replica il sindaco – ma noi non abbandoniamo l’idea che tutto ciò venga fatto a Bronte. Ringrazio l’assessore Borsellino per avermi ricevuto, la aspettiamo a Bronte e non vediamo l’ora di vedere potenziati i servizi pre parto, ma la battaglia per la difesa del Punto nascita continua. Ho già previsto di incontrare i sindaci del territorio e le associazioni di Bronte, vedremo come procedere. Dall’incontro ho capito che è troppo tardi. Io vi dico che esamineremo ogni documento e ne verificheremo la legittimità. Bronte è l’unico ospedale vero del versante nord dell’Etna. Questo – conclude – dovrà valere qualcosa anche per i freddi calcoli numerici che si fanno a Roma”.
LA PROMESSA DI CORCETTA FATTA NEL MARZO 2013 NON E’ STATA MANTENUTA
Sembra ieri, ma era il 29 marzo del 2013. Allora il presidente della Regione, Rosario Crocetta, annunciò che il Punto nascita dell’ospedale di Bronte “non sarebbe stato chiuso, ma anzi potenziato”. In effetti fino ad oggi ha operato, ma i posti letto sono stati ridotti a 9 ed il personale dimezzato rispetto alle necessità. Ai tempi, quindi, se non è stato chiuso è stato condannato a morte, perché non è stato messo in condizione di raggiungere gli obiettivi previsti dal Ministero.
Fonte “La Sicilia” del 24-06-2015