Inizia male, e con ritardo, la campagna antincendio sul versante nord ovest dell’ Etna. I tagli del 20% voluti dalla Regione per avere un risparmio di circa 2 milioni di euro, si abbattono pesantemente sulla composizione delle squadre, che ancora non sono state avviate, nonostante sia quasi luglio. Saranno almeno 5-6 le squadre in meno rispetto agli anni passati in questa zona, e questo può comportare un innalzamento dei rischi e soprattutto un maggiore impiego dei mezzi aerei, con un costo non indifferente, senza dimenticare, quanto emerso qualche giorno fà: le indagini in corso, da parte della Guardia di Finanza, su presunte irregolarità nell’appalto per gli elicotteri, nelle campagne antincendio dal 2011 al 2013. Per il momento di sicuro c’è che a Maletto, ci saranno 14 addetti antincendio al posto di 20, cioè una squadra in meno, a Bronte saranno 2 le squadre in meno, a Randazzo, invece due o tre squadre in meno, oppure si avranno le stesse squadre con meno operai. Un grosso problema, aggravato anche dalle proteste di chi resterà fuori da un servizio che effettua da anni, con presunte disparità e probabili ricorsi. “I tagli della Regione – dice uno degli addetti – dovevano essere fatti tra il personale più anziano o tra chi occupava gli ultimi posti nella graduatoria – invece sono stati fatti con criteri che non capiamo, lasciando fuori operai che avevano un punteggio maggiore rispetto ad altri. Noi, con altri colleghi – conclude – ci stiamo rivolgendo ad un avvocato del lavoro, per vedere se effettivamente sono state seguite le direttive emanate”. Tra l’altro, sembra che il tagli abbia colpito solo gli addetti allo spegnimento incendi, e non le vedette e gli autisti, che nonostante le squadre in meno, restano in numero uguale. Un problema per tanti, ma il vero nocciolo della questione, sta nel fatto che nonostante domani cominci il mese di luglio, il servizio antincendio non è ancora partito, mettendo a rischio i meravigliosi boschi dell’Etna, patrimonio dell’Unesco. Da qualche anno, la situazione dei forestali, è notevolmente peggiorata, con problemi sempre irrisolti, a Maletto, per esempio, alcuni lavoratori che hanno prestato la loro manodopera nel cantiere “Bosco Chiuso”, devono ancora ricevere gli stipendi di novembre e dicembre 2014, con gravi conseguenze per le loro famiglie.
LUIGI SAITTA Fonte “La Sicilia” del 30-06-2015