“Si potrebbe avere lavoro e sviluppo. Invece rischiamo di perdere tutto”. E’ in estrema sintesi il grido d’allarme lanciato dai dirigenti sindacali, Salvatore Papotto e Giovanni Pistorio, rispettivamente segretario e segretario generale della Fillea Cgil di Catania che hanno fatto quadro della situazione dei progetti di ammodernamento delle strade del territorio, che certo non brillano per modernità. “L’intero territorio – ci dicono – potrebbe essere interessato da tutta una serie di interventi infrastrutturali che permetterebbero di dare occupazione a diverse centinaia di lavoratori edili al momento non occupati. Opere – continuano – che segnerebbero una reale inversione di tendenza per un intero settore, quello della filiera dell’edilizia, messo in ginocchio dalla crisi”. I sindacalisti si riferiscono a progetti di ammodernamento già addirittura finanziati ed inspiegabilmente fermi, e ad altri due grossi progetti che l’Anas starebbe realizzando. “Tra le opere stradali che potrebbero essere realizzate – spiegano – ci sono il secondo lotto della Ss 284 fra Adrano e Bronte il cui importo è di circa 54 milioni di euro, la cosiddetta circumvallazione di Bronte che permetterebbe ai mezzi pesanti diretti a Randazzo o Adrano di bypassare il centro urbano di Bronte il cui importo è di circa 13 milioni e 400 mila euro, il tratto Randazzo – Fiumefreddo della Ss 120 che costerebbe 2015 milioni di euro e la nuova Ss 116 Randazzo – Capo D’Orlando per un importo di lavori di circa 400 milioni di euro”. In pratica parliamo dell’intero nodo stradale del versante nord dell’Etna e dei collegamenti fra questo ed i mari Ionio e Tirreno, oggi collegati dalla rete viaria che ricalca ancora i tracciati disegnati dai Borboni. Colpa della crisi? Probabilmente si. Ma in Lombardia sulla statale 38 che conduce allo Stelvio, l’Anas ha trovato 220 milioni di euro per realizzare appena 10 chilometri di strada progettata per evitare che i turisti il centro di Morbegno, paesino valtellinese di 12 mila abitanti. Anche se si tratta di altri territori e altre velocità l’esempio è utile per capire che anche in tempi di crisi si possono spendere 200 milioni di euro per realizzare 10 chilometri di strada al Norditalia. Di conseguenza non è impensabile al Sud, che è sempre Italia, si possano spendere gli altrettanti 200 milioni per i 30 km della Ss 120, oppure i 400 milioni per la nuova Ss 116 per Capo D’Orlando, che oggi di chilometri ne misura 65. “E’ chiaro – concludono i sindacalisti – che se queste opere dovessero essere realizzate l’intero territorio ne trarrebbe dei vantaggi immediati e per il futuro. Ci sarebbe lavoro ed economie derivanti dall’indotto. A questo punto chiediamo un confronto con le istituzioni perché non vorremmo che questa imponente progettazione alla fine non venga finanziata”. E speriamo che questo confronto si faccia con l’Anas e la Regione chiamate a dare risposte”.
IL “SOLITO” SUD
L’allarme della Cgil fa emergere il pessimo stato delle strade nel versante nord dell’Etna. Da Adrano fino allo svincolo autostradale di Fiumefreddo auto e tir sono costretti a percorrere strade tortuose. Le maggiori criticità sono le curve a gomito, la carreggiata stretta, gli incroci con le strade minori e i passaggi a livello che rallentano il transito. Infine ci sono le difficoltà a sorpassare e il manto stradale quasi ovunque scivoloso e da rifare. D’inverno poi la neve che altrove è una risorsa per il turismo, diventa un freno. Storia comune di un Sud che stenta a decollare e dà l’impressione di continuare a retrocedere.
Gaetano Guidotto Fonte “La Sicilia” del 06-08-2015