Il Consiglio comunale di Randazzo ha approvato a maggioranza, e con il voto contrario delle opposizioni, il Bilancio consuntivo 2014. Ma la anomalia non sta solo nell’enorme ritardo nell’approvazione, ma nel fatto che alla fine il Bilancio è stato approvato con un disavanzo di ben un milione e 700 mila euro. Un vero e proprio disastro economico per l’Ente, quasi da “pre-dissesto”, che i consiglieri di opposizione e il sindaco Michele Mangione analizzano in maniera diversa. “Nel 2014 – dice il consigliere Cettina Foti – la spesa corrente è aumentata di quasi un milione di euro e non si capisce come. Inoltre, quasi nulli sono stati gli incassi derivanti dai residui, come per esempio le tasse non riscosse. Dai dati risulta che noi abbiamo una percentuale di residui non riscossi pari al 95,13%. Eppure, nel 2014 abbiamo avuto maggiori entrate tributarie per circa un altro milione di euro e i minori trasferimenti da parte dello Stato sono stati non più di 600 mila euro. E pensare – continua – che l’Amministrazione ha annunciato che pendono sulla nostra testa altri 6 milioni di debiti fuori bilancio, derivati da sentenze frutto di espropri e altro. I revisori dei conti sono stati chiari: o si riequilibra con il Bilancio di previsione 2015, ancora da approvare, oppure si rischia il dissesto”. Lapidari i giudizi: “Nello scorso anno – aggiunge il consigliere Lucio Rubbino – la gestione amministrativa è stata pessima, mentre quella politica inesistente”. Il sindaco Michele Mangione però contesta le tesi dell’opposizione. “Il passivo è determinato da diversi fattori – spiega – quelli principali sono i pagamenti di debiti derivanti da sentenze passate in giudicato che siamo stati costretti a evadere. Poi, ha contribuito anche la mancanza del responsabile degli Affari finanziari. Non credo che nel 2014 abbiamo aumentato le spese correnti di quasi un milione di euro, come non credo che, pur di fronte a tante lacune che dovremo risolvere, il Comune abbia una percentuale di residui non riscossa pari al 95,13%. Ma al di là di tutto – ribadisce – adesso abbiamo l’obbligo di riequilibrare facendo delle scelte, spero condivise anche dall’opposizione. Cercheremo di tagliare le spese, ma nessuno vuole aumentare le tasse ai cittadini. Più ovvio sarebbe un piano di rientro trentennale finanziato dal Ministero. Il dissesto – conclude – non sarebbe utile per nessuno.
Gaetano Guidtto Fonte “La Sicilia” del 27-09-2015