Un’inchiesta e un conseguente processo, diviso in due tronconi (uno in corso con il rito abbreviato e l’altro con procedimento ordinario che comincerà il prossimo 27 gennaio) denominati Trinacrium, l’antico nome del comune di Randazzo, teatro dei fatti contestati. L’operazione nacque dalla denuncia di Pasquale Bruno, che nel settembre del 2011 venne sequestrato, percosso e minacciato di morte per non avere pagato un debito a usura. Le successive indagini dei carabinieri portarono a individuare non solo i presunti autori dell’azione criminale, che secondo l’accusa furono Francesco Rosta e Paolo Rombes, entrambi saranno giudicati proprio a partire dal 27 gennaio, con il primo accusato oltre che di sequestro di persona anche di associazione mafiosa; ma l’attività del gruppo randazzese dei Ragaglia, legati al clan catanese dei Laudani. I carabinieri ricostruirono la loro attività criminale e la gestione degli affari sul territorio in poco tempo e dopo che, come ricordarono i magistrati in quei giorni, i Ragaglia usciti dal carcere nel 2009, avevano riorganizzato le fila dell’organizzazione rimettendo in moto l’attività. Furono nove le richieste di custodia cautelare emesse alla fine dello scorso anno e a conclusione delle indagini coordinate dalla Procura etnea. Per cinque di loro, che hanno chiesto e ottenuto di essere processati con il rito abbreviato davanti al Gup di Catania, l’accusa ha chiesto altrettante condanne per associazione mafiosa. Quattordici anni rispettivamente per Claudio Ragaglia e Giuseppe Cartillone, dieci ciascuno per Antonino Ragaglia(fratello di Claudio) e Giuseppe Minissale, sei anni per Luigi Virgilio. Ad accusare di usura Claudio Ragaglia, il fratello Antonino e Giuseppe Cartillone fu anche il figlio di Pasquale Bruno, Gionata. Per questo episodio però. il pubblico ministero ha chiesto l’assoluzione per Antonino Ragaglia essendo stato l’imputato già scagionato dal tribunale del riesame. Il processo, che ricordiamo si celebra con il rito abbreviato, dopo le richieste di condanna avanzate dall’accusa proseguirà con gli interventi degli avvocati difensori. Successivamente il verdetto del giudice. Or. P. Fonte “La Sicilia” del 10-10-2015;